STAMPA – “Strama” vuole fare come “Mou”

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Sorride la Milano nerazzurra Moratti: «Il derby ci dà la spinta» (La Sicilia)

“Forse cosciente di essersi fatto trasportare dall’entusiasmo, ieri Massimo Moratti ha fatto un piccolo passo indietro. «Dobbiamo sempre fare paragoni, certamente il tecnico mostra sempre più personalità e attenzione. Per fare certe cose, ci vuole anche la giusta umiltà». Insomma, bisogna rimanere con i piedi per terra e continuare a lavorare per migliorare il gioco e avere maggiore continuità. A partire – è chiaro – dal prossimo turno, nel quale per calendario sono previste Juventus-Napoli, Lazio-Milan e Inter-Catania. Sulla carta, il compito più agevole è quello dei nerazzurri. «Le prime due della classifica – dice Moratti – hanno mantenuto più o meno la stessa squadra, i bianconeri hanno vinto il campionato e si sentono forti. Obiettivamente, sono davvero belle squadre e noi stiamo tentando di metterci allo stesso livello. Certamente, la vittoria nel derby ci dà una bella spinta, se decisiva non lo so, ma era una gara importante per il morale. Sta a noi, al tecnico, ai giocatori e al pubblico mantenere questo spirito». Il presidente della società nerazzurra non parla, saggiamente, delle polemiche arbitrali che liquida così: «Sono abituato da molti anni a essere dall’altra parte e a non dire nulla».

Sognando Mou (Repubblica)

I giorni di Stramaccioni per Moratti è già speciale

“Quattro successi di fila, il derby vinto in 10 contro 11, l’ambiente di nuovo euforico Il tecnico dell’Inter ha ormai conquistato il suo presidente, che ha azzardato il più duro dei paragoni. Lui ride: “È ridicolo, ma mi fa piacere. Mourinho è il punto d’arrivo”

“La notte del derby si è chiusa con un cheek to cheek tra il Pigmalione e la sua creatura. Virtuale, perché Moratti e Stramaccioni erano al telefono, ma era come se fossero vicini, a contatto di guancia. La telefonata è stata lunga, nonostante l’ora tarda, e affettuosa. «Dal presidente mi sono arrivati i complimenti più belli. Ma non racconto nulla, è una cosa nostra ». Quello che era un idillio ormai è molto di più. E’ stima quasi incondizionata, è un sentimento. Ecco Moratti e la sua creatura, l’allenatore dei ragazzini arrivato al soglio della serie A quasi dal nulla, perché il presidente aveva deciso che bisognava invertire davvero la tendenza e rinnovare, rinnovare, rinnovare: un’idea fantastica, ha pensato Moratti la scorsa primavera – il Pigmalione non a caso è anche un antico topos letterario – e i fatti gli stanno dando ragione. Stramaccioni il giovane è già grande. Sta nascendo una stella. Da poco tempo, perché i risultati veri sono arrivati da dieci giorni in qua, quattro vittorie consecutive fino al derby, ma in realtà quello di Strama è un lavoro che parte da lontano. Un lavoro da «predestinato della panchina», come dicono tutti quelli che vivono l’Inter ogni giorno. Un lavoro che ha portato molti nerazzurri, anche se allena in A da poco più di sei mesi, ad accostarlo al Moloch, all’Innominabile.

Cuore (Il Corriere della Sera)

Violini per Stramaccioni paragonato a Mou Il feeling con Moratti Lo spirito da battaglia di un’Inter che vince in 10

“«Sono nessuno» Il tecnico: «I paragoni con José fanno piacere, ma lui ha vinto tutto, io non sono nessuno»

“Quando si vince un derby, saltano le marcature. Così succede persino che Andrea Stramaccioni, dopo 16 panchine di serie A (9 dopo aver sostituito Ranieri, 7 in questa annata, due vittorie contro il Milan) venga paragonato a José Mourinho, l’uomo che in un biennio ha vinto cinque trofei. Il tutto al primo giorno di Master Pro (con Cannavaro, Inzaghi, Crespo e Materazzi) a Coverciano, dove ieri mattina Stramaccioni si è presentato per ascoltare la lezione di Cesare Prandelli, ma se va avanti con tutti questi violini, verrà promosso docente con laurea ad honorem. Moratti, domenica notte, a Sky, ha sintetizzato: «Ho pensato di mettere lui come tecnico dell’Inter perché ha doti di intelligenza sia come allenatore sia come persona. Ha personalità, capacità e attenzione alle cose e lì ci vuole anche umiltà per farlo. E questo lo fa assomigliare a Mourinho. Ma la cosa che più hanno in comune i due è la dedizione al lavoro, davvero ammirevole». Il tutto dopo una lunga telefonata fra presidente e allenatore, nel segno di un feeling che sembra destinato a durare nel tempo (tre anni di contratto). D’altronde è stato Moratti a scegliere in prima persona Stramaccioni il 26 marzo 2012 e per ora i fatti dimostrano che il presidente è più competente dei suoi più stretti collaboratori. Il diretto interessato è stato ancora più esplicito: «Questi continui paragoni a José non hanno fondamento; fanno piacere, ma lui ha vinto tutto e io non sono nessuno. Le uniche cose che ci accomunano sono la passione per il nostro lavoro e la panchina dell’Inter. Per me è un obiettivo diventare come lui, perché è tra i migliori allenatori al mondo».

«Punto a diventare come Mou» (Tuttosport)

“Dolce il risveglio per Andrea Stramaccioni , seppur di buonora dovendo raggiungere Coverciano per il Master allenatori con Cannavaro , Zambrotta , Materazzi , Inzaghi . La vittoria nel derby in 10 per oltre metà ripresa («Ci ha costretto a tirare fuori qualcosa di più»), il Milan lontano 8 punti e la vetta a soli 4, gli elogi di Moratti durante una lunga telefonata notturna («Non svelo cosa mi ha detto, ma il complimento più bello è stato il suo»), gli ingombranti ma lusinghieri paragoni con Mourinho e un Cassano «che mi tengo stretto»: insomma ce nè abbastanza per Stramaccioni per bearsi e non sottrarsi alle luci della ribalta. CRESCITA COSTANTE «La vittoria nel derby vale doppio, forse il triplo avendo giocato in inferiorità. Una vittoria – dice il tecnico nerazzurro in versione casual, t-shirt e felpa col cappuccio, mentre gli sfilano accanto gli azzurri di Prandelli , milanisti compresi – che ci dà morale e consapevolezza nei nostri mezzi. Certo, cè ancora da lavorare tanto, ma vedo una crescita costante ed è quel che più conta considerando che lInter ha iniziato un nuovo corso». Ma intanto quella parolina magica, scudetto, torna dattualità tra i nerazzurri: «Diciamo che siamo sulla strada buona ma come non eravamo brocchi dopo il ko col Siena, non siamo fenomeni ora. Serve equilibrio, i nostri tifosi di tutto hanno bisogno tranne di essere illusi, quindi meglio restare coi piedi per terra ed evitare di guardare troppo la classifica, ci faremmo solo del male a parlare ora di obiettivi. Di certo stiamo lavorando per dimostrare di poter essere ancora grandi». Dentro di sé è convinto che la sua Inter ci riuscirà. Il resto son dettagli compresi i veleni rossoneri sullarbitraggio: « Allegri deve dire quanto ritiene a suo avviso più giusto, ho grande rispetto per lui, comunque per me tutto sè chiuso nel dopo derby».

«Io non sono come José ma l’Inter sta tornando…» (La Gazzetta dello Sport)

“Stramaccioni: «Il complimento più bello? Una telefonata notturna di Moratti. Lo scudetto? Siamo sulla strada per ridiventare grandi»

“Dopo il 4-2 del 6 maggio, ecco l’1-0 del 7 ottobre: i 4 punti dalla vetta danno il senso della vicinanza ma la strada è lunghissima. Juve e Napoli hanno forza, astuzia e continuità, ma è anche vero che dopo la sosta per le nazionali l’Inter avrà tre partite non terribili prima di incontrare proprio la Juve a Torino: un tragitto che può dare lo strappo decisivo, in un senso o nell’altro. In questa striscia che va dal 21 ottobre al 3 novembre, Strama avrà il Catania in casa, poi la trasferta di Bologna, la Sampdoria a San Siro e quindi i bianconeri allo Stadium. Tutti si chiedono: è possibile un aggancio? Una cosa è certa: la vittoria in casa (contro la Fiorentina) è arrivata solo alla sesta gara, ovvio segnale di difficoltà evidenti. E allora: se il tabù-Meazza già frantumato continuerà a sbriciolarsi, le chance cresceranno.


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