STAMPA – Tanta confusione, da azzerare come?

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

ADESSO STOP ALLE CRITICHE LA SQUADRA DEVE REAGIRE (La Sicilia 2° Ottobre 2014)

“La società, al di là della logica difesa del suo operato in questo frangente, ha detto chiaramente che a gennaio, in sede di mercato, verranno fatti gli aggiustamenti necessari. Non dubitiamo, e lo auspichiamo tutti, che sarà così. Intanto occorre uscire dal momento difficile, e bisogna farlo rimanendo vicini alla squadra. E’ vero, la situazione di precarietà in classifica purtroppo si trascina dallo scorso campionato conclusosi con l’amara retrocessione, ma mentre dalla serie B si può e si deve pensare alla risalita nel massimo campionato anche se non immediatamente a questo punto, un ulteriore passo indietro – che non voglio nemmeno ipotizzare – sarebbe, sportivamente, drammatico e deleterio. E perciò va assolutamente evitato, con l’aiuto di tutti. Non è, almeno per adesso, il momento di criticare e contestare, o meglio solo di criticare e contestare, occorre necessariamente e principalmente sostenere la squadra perché si tiri fuori prima possibile dai bassifondi della classifica.

C’è confusione, è il momento di azzerarla (La Sicilia 20 Ottobre 2014)

“Nervi fragili, errori che cancellano le timide reazioni L’unica via d’uscita è seguire Sannino alla lettera

“ Fragili, spaesati, dimessi, distratti. Che altro? Molto, molto altro. I giocatori del Catania non riescono a riprendere in mano il filo conduttore di una Serie B che, invece, pretende sacrificio, nervi saldi e lotta su ogni pallone. A La Spezia il Catania ha lottato per 20 minuti, quelli iniziali. Quando ha beccato il gol, su una ripartenza non ha più reagito. Ha tentato, dopo una strigliata di Sannino, durante il lungo time out tra primo e secondo tempo, nel periodo iniziale della ripresa. Fallito il rigore, tutti giù per terra. I tentativi di Calaiò (ma che portiere ha scoperto, lo Spezia: preso a parametro zero, ora fa gola alla Fiorentina) e di Garufi sono piccole oasi in un deserto di errori e di azioni subite senza la minima reazione di gruppo. Perchè questa squadra, quando va in apnea, cerca la reazione a strappi, grazie ai singoli. Ma in B, come in altre categorie, non si gioca così. Non è concepibile. L’organico attuale è più che evidente non funziona e non aiuta, con 18 giocatori tra i quali figurano alcuni super infortunati e altri che si trascinano i malanni della stagione precedente. Non si può ignorare chi la categoria l’ha già conosciuta (e vinta) mandando via i gregari Moretti, Sciacca, Donnarumma, Catellani. Non sarebbero stati i trascinatori, perché i trascinatori, il Catania, ce li ha e sono stati ottimi acquisti (e qui il bravo a Cosentino non glielo toglie nessuno): Calaiò e Rosina, guarda caso, non soffrono ma conducono e lottano. Perché hanno nelle corde il calcio italiano e sanno come si sgomita e si corre in questa categoria. Ma per reagire, al di là degli infortuni – che pesano ogni giorno di più – serve un gruppo completo, sano. Si possono comprare, sì, i Piermarteri di turno e tenerli in caldo in attesa che guariscano e diventino campioni di fama mondiale. Ma il resto? Giocatori di categoria, non atleti reduci dalla Champions che in B devono ancora rendersi conto di che cosa si discuta. Ecco, la fragilità del Catania si manifesta mettendo insieme i tasselli di un mosaico che sembra un labirinto. C’è una via d’uscita? E, poi, la preparazione. Perché questa squadra non pressa, non arriva sulle seconda palle? Perché se Monzon corre verso l’area avversaria e arrota chiunque, poi deve fare l’autostop per rientrare e per non perdersi l’avversario?


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