STAMPA – Torino, salvo e felice aspetta il Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

L’ala granata: «Per ora grazieToro» (La Stampa)

“nUn sentito grazie al Toro, un abbraccio intenso con Ventura dopo la standingovation e un futuro tutto da scrivere. Alessio Cerci si gode la festa salvezza, propiziata dal rigore trasformato contro il Chievo, ma soprattutto si prepara a diventare un obiettivo sensibile per il mercato estivo. I sette gol in campionato, primato personale eguagliato (Fiorentina 2010/2011), sono la dimostrazione concreta di quanto valga il «top player» granata. «Sono felice di aver disputato una stagione così – commenta – e non è un caso che la mia esplosione sia arrivata grazie a Ventura. Io sono venuto a Torino per il mister: gli devo tanto, perché mi ha rigenerato e sa tirare fuori il meglio di me, ma posso fare di più». In attesa di capire se col Toro o con la Fiorentina, si è già scatenata la bagarre attorno alla sua comproprietà con l’interessamento di Milan e Roma. «Voglio ringraziare la società per l’opportunità concessami – dribbla il diretto interessato – e sono contento di averli ricambiati. Al futuro penserò dopo il Catania».

Toro, salvezzacentrata Belgiocoementalitànuova: operazione riuscitaametà (La Stampa)

Pari aVerona con ilChievo.Ventura: “Sono orgoglioso Mi piacerebbe che a dirlo fosse anche qualcun altro e non sempre solo io”

“Salvarsi in anticipo è sempre una gran bella cosa per chi, come il Toro, era retrocesso 4 volte nei suoi 7 precedenti campionati di A. Farlo solo alla penultima giornata, nemmeno vincendo, è però roba daminimo sindacale inuna stagione che, col Pescara smembrato e col Siena zavorrato dal -6, già in partenza aveva due condanne su tre annunciatissime. Sostiene Ventura che la sua squadra è sempre stata al di sopra della linea di galleggiamento. Vero, ma se ha dovuto soffrire fino in fondo la colpa è stata esclusivamente granata. Come ieri a Verona, in una partita semplice contro un avversario salvo e morbido, soltanto pareggiata perché il Toro alla prima (e unica) occasione ha preso un gol evitabilissimo e poi ha sciupato almeno 4 chiare chance, segnando solo su rigore. In 90’, il sunto di un intero campionato vissuto da incompiuta. Belle intenzioni, anche sprazzi di gioco intrigante ma poi errori banali, mancanza di un vero bomber e carenze di personalità, con tutte quelle rimonte subite non per caso nelle ultime giornate. Ieri, invece, è stato il Toro a recuperare lo svantaggio iniziale. Non avrebbe potuto farne a meno, visto lo spirito amichevole del Chievo. Due flash per capire il clima che tirava. Prima della partita, giocatori gialloblù in campo con figli e mogli per la foto ricordo di gruppo. E poi, a più riprese, la speaker del Bentegodi che invitava lo scarso pubblico a partecipare, dopo il match, alla festa-salvezza nel parco «con musica live, ottima cucina e lotteria con 40 premi». Insomma, ieri il Toro non poteva proprio perdere. Avrebbe però dovuto vincere. «Invece – commenta Ventura – abbiamo raccolto meno di quanto seminato. Com’era successo, ad esempio, nelle 5 partite surreali perse nel ritorno: le avessimo vinte, nessuno se ne sarebbe lamentato»

Ventura: “Ci vediamo a metà luglio…” (Repubblica – TO)

L’allenatore granata però aggiunge: “Se tutto va come deve andare”

“SERVIVA un punto, per chiudere il conto; e un punto è arrivato. Giampiero Ventura prende e porta a casa: ha raggiunto l’obiettivo, ha azzeccato la seconda stagione positiva al Toro e tira le somme, anche se alla fine del campionato mancano ancora novanta minuti, domenica prossima, in notturna, contro il Catania. Il tecnico granata parte dalla partita di ieri, paradigmatica rispetto all’ultimo periodo nero: “Sì, è vero, è stata simile alle ultime uscite: domini, crei e becchi gol, e così siamo stati costretti a fare attenzione fino alla fine”. Chievo a parte, per Ventura è l’ora dei bilanci: “Nonostante tutto, non siamo di fatto mai stati coinvolti nella lotta per la salvezza e dunque in due anni abbiamo centrato i nostri obiettivi. Siamo stati bravi, ma questa è solo la partenza”. Cosa la rende orgoglioso? “L’aver cambiato il modo di vivere dentro il Toro, l’approccio e la mentalità, che oggi è professionale e aziendalistica”. Ma non parlategli di paragoni con il passato, perché alza il muro: “Nessun confronto, qui è molto più impegnativo, e infatti sono un po’ provato. E’ stata una stagione difficile, la gestione da fare è a 360 gradi, ogni parola viene vivisezionata e provoca polemiche, non è tutto facile da dominare”. E già si volta pagina: che succederà in vista del prossimo anno? “La società sa cosa fare. Affrontiamo il Catania, poi stacchiamo tutti la spina e, per quanto mi riguarda, ne riparliamo a metà luglio”. Fin qui, tutto normale, ma la solita postilla di Ventura è dietro l’angolo: “Se tutto va come deve andare…” è il post scriptum dell’allenatore ligure che, per la terza volta in una settimana, non solo non chiarisce il suo futuro, ma evidenzia orizzonti foschi.


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