STAMPA – Un centrocampista in più.. per vincere

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Un gladiatore per sparigliare a centrocampo (La Sicilia 23 Aprile 2014)

“Pellegrino studia una mediana a 4? Possibile, ma resterebbe fuori Leto

“Con il rientro in gruppo di Fabian Rinaudo, il Catania avrà – potenzialmente – quattro centrocampisti di ruolo da poter proporre nel match di Verona. Izco, Lodi, Plasil e, appunto, l’argentino che ha scontato il turno di squalifica. Una soluzione in più, ma anche un problema di… abbondanza per il nuovo allenatore Maurizio Pellegrino. DUE FASI. Rinaudo è abile a interpretare le due fasi di gioco. A Milano, peccando di generosità, ma andando pesante su ogni contrasto – particolare che abbiamo notato, con piacere in ogni sua partita – è incappato in due ammonizioni. La seconda evitabile (o eccessiva, come l’ha giudicata Pellegrino) su Balotelli gli è costato il cartellino rosso, Rientrando dalla squalifica, Rinaudo si candida a occupare di nuovo il posto di interno sinistro di centrocampo. TRIDENTE O 4-4-2. A questo punto, Pellegrino potrebbe anche decidere di mutare l’assetto della sua squadra, schierando un centrocampo con quattro uomini di ruolo: Izco, Lodi, Rinaudo, Plasil, con il nazionale ceco più largo. Una soluzione possibile? Certo, perché garantirebbe una fase di filtro evidente e una ripartenza altrettanto veloce, con Izco e Plasil, dotati di un cambio di passo, che potrebbero creare superiorità numerica in ogni istante del match. E IL DEPP ROSSAZZURRO? E Leto dove lo mettiamo? Il Depp rossazzurro ha segnato un gol pesante (e anche bello) contro la Samp, sabato scorso. Al di là di questo gode della massima fiducia di Pellegrino, il tecnico che, obiettivamente, sta cercando di valorizzarlo al meglio. Come? Collocandolo tra le linee di centrocampo e attacco per permettergli di partite da lontano, cercare di tenere palla e liberare gli spazi per i compagni. Si catapulta in area, Leto-Depp e segue l’azione fino a fungere da spalla a Bergessio. Al momento giusto, con la palla che danzava in area, ecco l’acrobazia che ha punito la Samp: poi l’opera è stata completata da Bergessio, dopo il pari ospite. Ma oggi, Leto sembra uno degli intoccabili nello schieramento del Catania. UN ESCLUSO? E, allora, che sia 4-4-2 o 4-3-3 una esclusione a centrocampo sarà necessaria. Lodi, Plasil, Rinaudo, Leto, Izco. Uno sarà di troppo. Come contro il Milan, potrebbe essere sacrificato Izco, ma a danno della velocità e di una maggiore fasi di filtro? Oppure potrebbe uscire dai giochi Leto, con la soluzione 4-4-2 che prevederebbe Bergessio attaccante con Barrientos a supporto. Il Catania, tuttavia, dovrà attaccare a mai finire. E, dunque, avrà necessario bisogno di una terza punta per non rendere isolata o troppo prevedibile la fase di possesso. A Verona bisognerà rischiare, creare superiorità e, al tempo stesso, non scoprirsi eccessivamente. E LA DIFESA? In difesa i problemi non mancano, visto che Pellegrino ha un solo portiere, per ora (Frison) e dovrà gestire Spolli da qui a domenica con il… misurino. Il difensore argentino, infatti, è acciaccato ma farà di tutto pur di esserci. I medici, in questo senso, così come i fisioterapisti e il preparatore atletico, giocheranno un ruolo fondamentale per la gestione del calciatore. Gyomber sarà quasi certamente l’altro titolare, ma attenzione alle candidature di Rolin e dello stesso Legrottaglie, autore di un finale di partita più che mai positivo, contro la Sampdoria: ha sfiorato anche il terzo gol durante una proiezione offensiva. Ci sarà da marcare Toni, dunque, Spolli diventa fondamentale nel gioco aereo, Gyomber (o Rolin) importanti quanto a velocità.

ORA A VERONA SI DEVE ANDARE PER VINCERE NON SI SA MAI… (La Sicilia 23 Aprile 2014)

“Questa 34ª giornata di campionato, finalmente coronata da una vittoria del Catania (che poteva essere ancor più rotonda nel risultato senza le numerose occasioni da goals sprecate…) non fa che accrescere i rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato (almeno fino ad oggi…). Sarebbero bastati anche dei semplici pareggi con Napoli, Torino e Milan per essere oggi a quota 26 punti e dunque in piena bagarre salvezza. Occorre dire, inoltre, che un ulteriore rammarico è costituito dalla consapevolezza, derivante da quello che si è visto in campo già domenica scorsa contro il Milan, che affidare la squadra a Maurizio Pellegrino è stata una scelta azzeccatissima che poteva – e doveva – farsi prima, cioè al momento dell’esonero di De Canio. La grinta, la determinazione e l’attaccamento alla maglia rossazzurra di Pellegrino costituiscono uno sprone, ed una risorsa, che pochi, se non nessuno, potevano dare ai giocatori che nell’ultimo periodo sembravano una truppa allo sbando, una nave senza nocchiero in gran tempesta. Ora, se è vero che discutere dei se e dei ma a quattro giornate dalla fine appare assolutamente fuori luogo e pleonastico perché non solo inutile ma altresì per niente costruttivo, a questo punto della stagione bisogna solamente metterci tutto l’impegno e la voglia di lottare possibili perché non si possa dire alla fine, ove mai dovesse succedere l’inimmaginabile… che sia mancato per il Catania. In sostanza, il Catania nelle prossime gare deve cercare a tutti i costi di fare bottino pieno, a partire dalla partita con l’Hellas Verona di domenica prossima. Questo, a prescindere da come finirà e con la consapevolezza che potrebbe non bastare, è un obbligo etico-sportivo della compagine rossazzurra per dimostrare ai tifosi ed alla critica che questa sfortunata stagione è stata frutto di una serie di contingenze negative dalle quali va escluso l’impegno dei giocatori (in uno con la loro professionalità). Chi scrive ha vissuto, come sportivo, altri momenti amari del Catania, per esempio quando nel 76/77 si retrocesse dalla B alla C non riuscendo a fare la miseria di 1 punto nelle ultime 6 gare di campionato, e i giovani non sanno che cosa significa scendere di categoria in questo modo umiliante. Oggi il Catania ha una dimensione e una considerazione in ambito sportivo diversa ed assai superiore rispetto ad allora, si può anche sbagliare una stagione e retrocedere, ma non si deve, obbligatoriamente, farlo sbracando oppure mollando prima dell’ultimo secondo dell’ultima partita con l’Atalanta.


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