STAMPA/Roma – Dubbio Totti, gioca per forza

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

«Da Moggi alla Lega Oggi l’Italia è questa» (La Gazzetta dello Sport)

“Zeman attacca, poi parla di Roma: «Dobbiamo provare ad andare in Champions»

“Più difficile ancora, poi, schierare a Catania una Roma priva di Pjanic (squalificato), Osvaldo (infortunato) e con Totti non al meglio per un affaticamento muscolare alla coscia sinistra. «Il problema è che non sempre i risultati corrispondono alle prestazioni. Spero che troveremo la continuità, ma sul piano di gioco sono stato spesso contento. Gli equilibri? Per me è la differenza reti. La nostra, ad esempio, èmigliore della squadra seconda (la Lazio, ndr). A volte noi molliamo 5 minuti e ci succedono guai. Il problema della crescita per me è solo mentale: né tecnica né tattica. Destro? È un giocatore importante, ma deve trovare le convinzioni dentro di sé che certe cose le può e le deve fare».

Florenzi corre (La Gazzetta dello Sport)

Titolare a Catania «Oggi la Roma domani i Mondiali»

“Senza Pjanic, con Tachtsidis c’è Alessandro Dopo il ritiro in Florida ha riconquistato il posto

“TitolareUnbuon viatico, in fondo, visto che oggi a Catania potrebbe tornare titolare, anche se la concorrenza in mediana – con relativi spostamenti di collocazione nella scacchiera – rendono i giochi ancora aperti. Ma Alessandro Florenzi non si scompone. Anzi, pochi giorni fa, ha scoperto le carte che contano, quelle che non cercano di mettere nell’angolo Totti, ma disegnano gli scenari per il futuro. E il centrocampista della Roma non si è tirato indietro: «Il mio obiettivo? Fare bene nella Roma e conquistare un posto in Nazionale, in vista del Mondiale del prossimo anno in Brasile».

De Rossi è in ombra? Non dovete fidarvi (La Sicilia)

“nata dal San Paolo. La pesante sconfitta è frutto sia delle imbarazzanti lacune difensive, riaffiorate dopo un periodo di assestamento che lasciava ben sperare, ma anche dell’ insolita incapacità di creare azioni incisive tali da impensierire seriamente il Napoli. Al di là di qualunque sterile considerazione o giustificazione, comunque, Zeman riparte da Catania con la consapevolezza che la sua Roma ha solo un punto in più di quella del criticatissimo Louis Enrique ma che la qualificazione in Champions resta ancora un obiettivo possibile se non probabile. Al Massimino il tecnico boemo non potrà contare su Osvaldo, il cui ingresso (tardivo) a Napoli ha dato maggiore spessore al potenziale offensivo giallorosso, senza nulla togliere a Destro. Il classico 4-3-3 zemaniano vede in porta Goicoechea, ormai stabilmente preferito a Stekelenburg perché più abile nel destreggiarsi palla al piede e più reattivo dell’ olandese. La difesa si avvarrà del ritorno di Marquinhos al fianco di Castan, coppia centrale molto affidabile per compatibilità di caratteristiche tecnico- tattiche, con una nota particolare al merito per il diciannovenne brasiliano in ascesa costante di rendimento

Palermo e Licata le prime «tappe» del giovane Zdenek (La Sicilia)

“Gol, spettacolo, corsa frenetica, giovani e un modulo, il 4-3-3, come dogma Zeman o si ama o si odia

“Gol, spettacolo, corsa frenetica, giocatori tendenzialmente giovani e un modulo, il 4-3-3, come dogma Zdenek Zeman o si ama o si odia. Prendere o lasciare. Senza mezze misure come il suo modo di giocare che non è mai cambiato da quando giovanissimo si è trasferito in Sicilia ed ha iniziato ad allenare a Palermo e Licata. I suoi silenzi e la sua ironia celebri quanto la sua ossessione per la tattica e un gioco d’attacco che è stato una rottura nel tradizionale calcio italiano imbevuto di catenaccio e contropiede. Le sue esternazioni sul doping e il calcio pulito lo hanno trasformato in un paladino. Le sue battute in un personaggio. Decine di siti a lui dedicati e persino spot pubblicitari dove non si prende troppo sul serio. Il creatore di Zemanlandia e del Foggia costruito col diesse Pavone che lo scopre in Sicilia dove si era trasferito da Praga dallo zio Cestmir (ex allenatore della Juventus) a causa dell’invasione sovietica. Sarà proprio lo zio a trasmettergli la passione per il calcio al giovane Zdenek che si laurea all’Isef di Palermo con una tesi sulla medicina nello sport e diventa allenatore nelle giovanili del Palermo, quindi il vero trampolino di lancio fu Licata, dove riuscì a coagulare qualcosa davvero di interessante dando il là ad un fenomeno gialloblù (peraltro cominciato a livello di serie D con Maganotti) che portò in seguito quella squadra sino in Serie B, quando Aldo Cerantola e Piero Ruisi completarono l’opera.

Zeman: «A Catania il problema è l’ambiente, nel senso che non è tranquillo, non è facile» (La Sicilia)

“Luciano Moggi candidato al Parlamento: il boemo: «Cosa ne penso? È l’immagine della nostra politica attuale… »

“«Si può fare». Alla vigilia della delicata trasferta di Catania, Zdenek Zeman cita una celebre battuta del film ‘Frankenstein Junior’ per sottolineare come il terzo posto sia ancora un obiettivo raggiungibile. Rianimare la Roma dopo le quattro sberle rifilate da Cavani a Napoli, d’altronde, dovrebbe essere più facile che resuscitare un cadavere. Anche perchè il tracciato del giallorossi non è ancora piatto, ma caratterizzato piuttosto da un eccesso di alti e bassi che non hanno soddisfatto il tecnico boemo. «Il problema è che non sempre i risultati sono andati di pari passo con le prestazioni – ha sottolineato Zeman – Spero troveremo questa continuità, perchè sul piano del gioco sono stato spesso contento. La crescita c’è stata, ma non è completa. E il problema per me è solo mentale, non tecnico o tattico».

«Solo un problema di mentalità» (Il Corriere della Sera – Roma)

“Zeman insiste: «La crescita dev’essere di testa, non tecnico-tattica»

“La Roma è discontinua ma il tecnico tira dritto. «Siamo a più 10 come differenza reti»

“La Roma non ha problemi «né tattici né tecnici, ma soltanto di convinzione e mentalità. Manca ancora la continuità durante i 90’, la voglia di giocare e di competere sempre. Noi a volte molliamo cinque minuti e ci succedono dei guai. La crescita deve essere di testa». Zdenek Zeman non arretra di un millimetro nelle sue convinzioni e respinge al mittente ogni dubbio (altrui). La squadra gioca un buon calcio e il suo equilibrio è testimoniato, almeno per il tecnico boemo, da quella differenza reti (+ 10) che è per lui la vera misura dell’equilibrio tra fase difensiva e offensiva: «La seconda squadra del campionato ha una differenza reti peggiore della nostra (Lazio a +9 e Roma a +10, ndr). Poi se uno vince 1-0 è bravo e se vince 3-2 ha la difesa che non funziona. Ma io non la penso così».

Attacco ridotto ai minimi Totti gioca per forza (Il Corriere dello Sport)

“Osvaldo out, Marquinhos in. È andata come Zeman si aspettava: nessun miracolo per l’attaccante italo-argentino, rimasto a curarsi nella Capitale e in dubbio anche per il quarto di finale di Coppa Italia di mercoledì prossimo a Firenze, recuperato il centrale brasiliano che ieri mattina ha partecipato solo a metà dell’allenamento di rifinitura. Una scelta precisa dello staff medico, per preservarlo in vista della gara di oggi pomeriggio. È stato lo stesso tecnico boemo a spiegare che «Marquinhos ha avuto solo una semplice influenza, come molti a Trigoria, e per me può giocare». Lo farà al fianco di Castan, preferito a Nicolas Burdisso, e insieme a Piris e Balzaretti che giocheranno sulle fasce. Risolto il problema in difesa, la «coperta» per Catania rimane comunque corta, con scelte praticamente obbligate in attacco e con un solo (grande) dubbio a centrocamp

Roma Più gol per la Champions (Il Tempo)

“ACaattaanniiaappeerrddiimeennttiiccaarreeNaappoolliieerriippaarrttiirreevveerrssooll’’aallttaaccllaassssiiffiiccaa Zeemaannrriivveennddiiccaaiillssuuooccrreeddoo::«Diiffeessaaffrraaggiillee??Coonnttaallaaddiiffffeerreennzzaarreettii»

“Segnare sempre un gol in piùdell’avversario.Ancheacosto di prenderne due a partita. Zeman non cambia il suo credoelavigiliadell’insidiosa trasferta di Catania, con l’attacco in piena emergenzae il rischio di perdere anche Totti, accendeil dibattito tranumerie filosofia «Continuoadirechegliequilibri – spiega Zeman – stanno nella differenza reti. La secondasquadra delcampionato(la Lazio, ndr) ha un saldo tra gol fatti e subiti peggiore del nostro, io sono soddisfatto così». Contento lui… «Se una squadra – sottolinea il boemo – vince 1-0 va bene, invece se una partita finisce 3-2 si dice che la difesa non funziona. Siamo tropposbilanciaticonPjanic e tre punte? Il Barcellona di Pjanic in campo ne ha sei

Totti tiene in ansia il boemo (Il Tempo)

Il capitano in dubbio per problemimuscolari. Marquinhos c’è

“nQuandopiove,diluvia.LaleggediMurphy colpisce la Roma, proprio quando si sentivailbisognodiunavittoriaimportante per riportare l’entusiasmo spazzato via dalla Befana. Che Osvaldo fosse in bilico per la trasferta di Catania si sapeva e Zeman aveva già messo in preallarme Destro, mache anche Totti potesse essere in dubbiononpotevaproprioimmaginarlo. Ilcapitanoèrimastoincampoperl’intera rifinitura di ieri mattina, nonostante avesse accusatounaffaticamento alla coscia sinistra, che gli aveva fatto saltare la seconda seduta del venerdì. Ma l’allenamento non gli ha fatto bene e il problema sièripresentato. Ilboemononavràpassato una notte tranquilla, consapevole che oggisaràilgiornodecisivo,quellodeldentroofuori: solo al risveglio, magariconun provino, si potrà capire se Totti sarà in gradodiscendereincampodalprimominuto. E laRomapotrebbe ritrovarsi senza attaccanti,perchéDestroeLamelasarannogli unici di ruoloadisposizione del tecnico, che ora deve pensare a un’alternativa. Pjanic è squalificato, Osvaldo infortunato, Lopez è inUruguay per il Sudamericano Under 20 (a ripensarci Sabatini l’avrebbelegatoa Trigoria)eTallo èandato in prestito al Bari.

Il boemo: Crescere sul piano mentale (Il Corriere dello Sport)

“Stanare le incongruenze di questa Roma può essere difficile quanto allentare il cinturino di un orologio. Alla vigilia della partenza per Catania, Zeman prova a fare tutt’e due le cose. Ma mentre la seconda operazione riesce dopo qualche minuto di fatica, la prima viene affidata a un trattato di filosofia calcistica di mezz’ora. Paradossale per certi versi ma certamente piacevole e ricco di spunti. «Io non vedo squilibri nella squadra – spiega – per me l’equilibrio si trova nella differenza tra gol fatti e subiti. Se ne fai più di quanti ne prendi, il bilancio è positivo. Quando vinci 3-2 la critica pone l’accento sulla difesa, invece quando vinci 1-0 sei un fenomeno. Io non la penso così» . Poi un riferimento che accende il derby di ritorno: «La squadra seconda in classifica (la Lazio, che non nomina, ndi) ha una peggiore differenza reti rispetto alla nostra. Perciò preferisco i miei numeri» . In effetti, alla fine del girone d’andata, la Roma è a +10 mentre la Lazio è a +9. Zeman però non rimarca di aver beneficiato di un 3-0 a tavolino. Inoltre, gli scudetti tradizionalmente premiano le difese, non gli attacchi: basti pensare che la Juventus, campione d’Italia e ancora capolista, ha incassato in un campionato e mezzo gli stessi gol che la Roma ha concesso nelle prime diciotto partite (sul campo): 33.


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