STAMPA/Salvezza- Caos Varese, il Brescia s’arrende

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Carpi, un tris che sa tanto di A (La Gazzetta dello Sport)

“Il Brescia – che dopo pochi minuti ha perso il regista Budel per un infortunio muscolare alla coscia destra – non ha mollato, ha avuto anche due belle occasioni con Corvia, finite fuori di poco. Ma al 40’ lo stesso attaccante ha dato una manata in pancia a Gagliolo, un po’ troppo teatrale nella reazione. Fallo segnalato dall’assistente Di Francesco e sulla cui violenza si può discutere, ma gesto comunque stupido. Brescia furioso e in silenzio stampa. Una buona parte dei 700 tifosi lombardi, dopo aver ripiegato lo striscione con scritto «la curva nord non retrocede!! », sul 20 è uscita dallo stadio. La zona playout dista 8 punti (9 se lunedì Entella e Pro Vercelli pareggeranno): pensare che il Brescia possa, in 6 partite, recuperare questo distacco è un puro atto di fede.

Lanciano, scatto Thiam Ciano salva il Crotone (La Gazzetta dello Sport)

“Tra Crotone e Lanciano pareggio come all’andata, ma chi deve recriminare per la mancata vittoria è sicuramente D’Aversa che, soprattutto nel primo tempo, ha avuto molte occasioni per far gol e incanalare la partita verso il successo. I gol arrivano nella ripresa, quello del vantaggio ospite grazie alla caparbietà di Thiam che dopo aver sprecato molto nel primo tempo, nella ripresa ha centrato lo specchio con un preciso e potente destro per il suo 8° gol stagionale. D’Aversa è sfortunato quando al 35’ perde Gatto per infortunio e resta in 10 avendo esaurito i cambi. CIANO BIS Il Crotone ha però un Ciano in più che festeggia la nascita del suo primogenito Francesco con una magia su punizione dal limite al 40’, fotocopia di quella di Bari sette giorni fa, 14° centro per l’attaccante di Marcianise. Un punto a testa ma per entrambi salvezza e playoff sono ancora obiettivi raggiungibili

«Un insulto a tutta la città Ma Varese non è questa» (La Gazzetta dello Sport)

“«Per colpa di pochi la nostra città ha dato un’impressione di sé opposta alla realtà». Sono parole di Attilio Fontana, sindaco di Varese, incredulo ieri mattina mentre passeggia, insieme ai dirigenti biancorossi, sul prato del Franco Ossola. Il terreno di gioco è stato bombardato da una banda di vandali picconatori che, secondo il primo cittadino, «hanno insultato tutta la comunità». Fontana non crede ai suoi occhi: «Sono esterrefatto, ma bisogna tornare subito in campo. Ho chiesto ai dirigenti del Varese di chiudere il campionato con dignità». NEL 1985 L’episodio è unico nella storia della società biancorossa, perché finora mai una partita della squadra era stata fermata da un gesto simile. La memoria però fa riemergere un’altra «profanazione » del Franco Ossola: anche nel giugno del 1985, subito dopo l’ultima retrocessione dalla B del Varese e il contemporaneo esodo di ben sei giocatori alla Triestina, le porte erano state sradicate. Un fatto eclatante che però non aveva avuto la stessa risonanza di questo, definito da Daniele Marantelli, deputato varesino del Pd ed ex calciatore nelle giovanili biancorosse, «grave, squallido e degradante». IL CASO Sullo sfondo della devastazione del Franco Ossola si è aperto anche un caso all’interno della famiglia biancorossa: nessun dirigente ha avvisato dell’accaduto il presidente Pierpaolo Cassarà, arrivato allo stadio di sua iniziativa. Dopo aver parlato ai giornalisti gli è stata di fatto tappata la bocca perché, in una successiva conferenza stampa, il direttore generale Beppe D’Aniello ha rivolto questa preghiera alla stampa: «Vi chiedo con il cuore in mano di non riprendere le dichiarazioni di Cassarà, perché sono quelle di una persona che non fa parte del mondo del calcio e dunque potrebbe non aver capito bene la situazione». Il presidente se l’era presa con un quotidiano che secondo lui avrebbe fomentato il clima di violenza intorno al Varese. Cassarà si era anche augurato di vedere presto in campo le squadre: «Chi ha compiuto questo scempio è privo di genoma e dunque di intelligenza: venga allo stadio e ci metta la faccia come ce la metto io».