Appello ai tifosi, la risposta: La Nord torna, il Massimino resta mezzo vuoto

Redazione

La prospettiva di riconquistare la zona play-off. L’appello chiaro fatto in settimana dalla dirigenza del Calcio Catania. La decisione degli ultra della curva Nord di ritornare allo stadio. La voglia di assistere all’ultima partita del campionato prima della lunga sosta estiva. Niente di tutto questo è riuscito a convincere la maggioranza dei tifosi rossazzurri a tornare al Massimino. La sfida contro il Siracusa si è giocata in uno stadio meno deserto del solito, più caloroso rispetto alle ultime partite, ma comunque e sempre vuoto per ben più della metà. Nessuna festa per celebrare la vittoria finale e la ritrovata prospettiva di partecipare agli spareggi.

La sfida contro il Siracusa è sembrata, sin dalla vigilia, molto più di una sfida play-off o dell’ultimo appuntamento stagionale con la squadra. Col senno del poi è ancora più forte la sensazione che si sia trattato di un importante momento di verifica. Per comprendere l’effettiva capacità di questa squadra, di questa dirigenza e  dell’ambiente che sta loro attorno, di poter ricreare le condizioni giudicate migliori – o forse essenziali – per sostenere il rilancio sportivo che la società promette da quattro stagioni. Progetto che però, stagione dopo stagione, è stato sconfessato dai risultati. Il Catania, anziché rilanciarsi, è stato ridimensionato da ottava forza del calcio italiano a mediocre realtà di Lega Pro, che non riesce a riemergere. Condizione che porta con sé delle conseguenze.

Fatto sta che, in questo lasso di tempo, il popolo rossazzurro si è diviso, disperso e disamorato. Lo dimostra, una volta di più, l’assenza della gran parte della tifoseria catanese a questo appuntamento. Una risposta netta. I paganti sono stati poco più di quelli registrati per la partita contro il Cosenza, durante la quale però era in atto lo sciopero della curva Nord, interrotto stavolta almeno part-time. I gruppi organizzati hanno deciso di rientrare al Massimino seppur per un solo tempo, il secondo. «La storia è sempre la stessa, la Nord non china la testa», questo lo striscione degli ultra che hanno scandito cori a sostegno della maglia e contro l’attuale proprietà. Nelle precedenti due gare interne avevano deciso di restare lontano. Anche gli altri settori erano rimasti pressoché deserti, con i soli gruppi della curva Sud a far sentire la loro voce.

Insomma a poco è servito l’ultimo invito alla tifoseria fatto, in settimana, dall’amministratore delegato del Calcio Catania, Pietro Lo Monaco. La curva Nord ha scelto di rientrare al Massimino. A colpo d’occhio erano in tutto 4mila circa i presenti, meno del numero degli abbonati. Il resto della tifoseria ha lasciato cadere nel vuoto l’invito, come accaduto per tutti quelli precedenti.  Scelta alla base della quale paiono esserci ragioni diverse e posizioni più e meno reversibili. Una parte della tifoseria rimasta fuori dallo stadio, ha scelto così perché stanca dei risultati negativi. Un’altra parte perché non pienamente convinta del piano di rilancio di questa dirigenza. Un’altra ancora perché ha deciso, tre anni fa, che rimetterà piede al Massimino solo quanto cambierà la proprietà del club. A prescindere dai risultati, dalla categoria e persino del numero di matricola.

Costatazioni che paiono un dato di fatto con cui la società, la dirigenza e l’intero ambiente dovranno fare i conti per i prossimi anni. A prescindere dalle parole che verranno dette a sostegno del piano di rilancio, dei soldi che verranno investiti a tal fine dalla proprietà e dei risultati che arriveranno.

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