Il buon Natale di Russotto: sotto l’albero un futuro tutto da scrivere

Claudio Spagnolo

Abbiamo appena passato una di quelle settimane da cui non sempre si esce indenni. Già per noi, nella nostra comodissima poltrona di tifosi, c’era di che aver paura. Perché non era detto che vincessimo a Rende, con in campo un undici rabberciato e con una panchina che pareva una corsia d’ospedale. Non era detto che tenessimo il passo del Lecce, prevedibilmente vittorioso in casa col Monopoli. Non era detto nemmeno che ci ritrovassimo a fine turno tre punti sopra il Trapani e non, come temevano i più pessimisti, tre punti sotto.

Se è stata difficile per noi, la settimana, figuriamoci quanto deve esserlo stata per Andrea Russotto. Costretto a curarsi, anzitutto, per il guaio muscolare rimediato contro il Matera. Ma soprattutto appeso a una sentenza del tribunale federale che, se fosse stata accolta la richiesta dell’accusa, avrebbe significato tre anni di squalifica. I quali, per un giocatore come lui, non più giovanissimo e ancora impelagato nei campionati di serie C, avrebbe voluto probabilmente dire la fine d’una carriera.

Non è andata così, Russotto è stato prosciolto. E chissà che non ci sia un destino, dietro questa decisione. Che offre ora a Russotto l’opportunità di provare a uscire, in maglia rossazzurra, dall’anonimo limbo in cui è confinato. Un limbo che – a detta di chi si intende di pallone – non merita certo per le sue qualità tecniche, che da ragazzo gli avevano perfino fruttato una maglia azzurra e la fama di talento tra i più promettenti del nostro calcio. E tuttavia un limbo che forse ha finora meritato – lui stesso l’ha spesso riconosciuto – per tutte le volte che ha perso la testa, per i troppi evitabili intoppi – cali di rendimento, espulsioni e via dicendo – di cui la sua carriera è stata fin qui costellata. Quasi rassegnandosi all’insensata condanna a gettar via tutto il talento di cui madre natura l’ha dotato.

Sarebbe stata tuttavia una beffa, per Russotto, vedersi segata la carriera proprio quest’anno. In una stagione in cui – e lo diciamo incrociando le dita, come probabilmente farebbe anche lui – la testa ha finalmente mostrato di saperla tenere anche sul collo. In cui è anzi risultato tra i migliori rossazzurri non solo per qualità tecniche – questa non è una novità – ma anche per la costanza di rendimento. Dimostrando che non sempre si è obbligati a sentirsi prigionieri dei propri limiti. E che c’è sempre spazio, anche nella breve parabola sportiva di un calciatore, per crescere, maturare, superarsi, diventare migliori di quel che si è.

È un bel regalo di Natale, questa notizia. Senz’alcun dubbio, per la nostra squadra e per noi tifosi, a cui un Russotto in campo può sempre tornar comodo. Ma più ancora per Andrea, che sotto l’albero ha trovato un pezzo di futuro. Insieme all’opportunità di essere lui a scriverlo: con le solite risorse del suo talento e con la nuova parsimonia della maturità.