Caso Massimino in Consiglio. Scialfa: «Presidente del Catania invitato a dialogo»

Marco Di Mauro

Il Consiglio comunale bolla la versione del Catania come menzognera. La commissione chiede una linea intransigente. La Giunta concorda sul rigore, pur ribadendo d’aver invitato al dialogo il club. La diatriba tra Comune e Calcio Catania, relativa alla concessione d’uso dello stadio Angelo Massimino, è stata affrontata ieri sera durante la seduta del senato cittadino.«È giusto che la politica dialoghi per trovare soluzioni concrete e fattive ma rimanendo nelle regole», sostiene Valentina Scialfa. L’assessora allo Sport rigetta la richiesta avanzata in Consiglio di aumentare il canone di affitto dell’impianto, apre alla revisione del documento contestato dal Catania ma critica i toni e smentisce la versione dei fatti data da Lo Monaco sulla vicenda.

Al centro del dibattito della seduta del senato cittadino ci sono le dichiarazioni dell’amministratore delegato del club etneo che, con un comunicato stampa, si era rivolto contro le parole del sindaco e di un componente della commissione Sport. Inoltre aveva precisato la sua ferma intenzione a non firmare il documento di  assunzione di responsabilità, ritenuto vessatorio ma che l’amministrazione intende invece necessario per concedere al club l’uso dello stadio di Cibali. Così come avviene per tutte le altre società sportive che utilizzano impianti comunali.

«Sono stata molto disturbata dai toni usati nel comunicato del Catania – esordisce l’assessora durante il dibattito – La questione non riguarda banali cavilli burocratici come qualcuno vuole fare credere». Stando alla ricostruzione fatta in Consiglio «il problema si era presentato già due partite fa (Catania-R.Fondi, ndr). A fronte di un pagamento avvenuto, il Catania si era rifiutato di apporre una firma sul documento ritenuto vessatorio. Abbiamo allora inviato lo stesso per pec, già firmato da noi, e immaginato di poterci avvalere del silenzio assenso. Purtroppo, la settimana successiva, l’avvocatura ci ha confermato che la documentazione deve essere sottoscritta da entrambe le parti». Il Catania non ha firmato il documento «e per tale motivo non è potuto entrare allo stadio. In quella circostanza, la situazione è stata risolta con l’intervento del sindaco per evitare disordini in città».

Dopo il muro contro muro nel giorno di Catania-Fidelis Andria, si sono fatti dei passi verso la conciliazione ma a quanto pare non con Pietro Lo Monaco. «Ho già instaurato un dialogo personale col presidente del Calcio Catania (Davide Franco, ndr) – dice Scialfa – l’ho chiamato e invitato negli uffici della direzione Sport. Siamo a disposizione per dialogare su possibili modifiche al documento ma allo stesso tempo rigidi su quel che riguarda il pagamento che deve precedere la fruizione dello stadio e sulla documentazione a corredo che deve essere presentata completa». Il documento contestato dal Catania, «è un semplice ciclostilato – precisa l’assessora – in cui si possono specificare le condizioni dell’impianto nel momento in cui viene consegnato». Ciò perché, firmandolo, il club si fa carico della riparazione degli eventuali danni. «Quest’atto è fondamentale sia per difendere le condizioni dell’immobile sia per la sicurezza, tanto che ne abbiamo dovuto comunicare la mancanza alla Lega calcio».

Seguono le precisazioni sul canone d’affitto che il Catania corrisponde al Comune per l’uso del Massimino, e che Lo Monaco ha definito fuori dagli standard italiani: «È stato abbassato a 1500 euro proprio per venire incontro alle difficoltà economiche in cui si è trovato il club – puntualizza Scialfa – Il prezzo, è stato verificato, è in linea con altri stadi e adeguato per la C». Infine l’assessora allo Sport concorda sulle rettifiche mosse in Consiglio rispetto alle dichiarazioni di Lo Monaco. Nello specifico, a proposito dei costi affrontati dal club per il manto erboso e quelli relativi ai canoni sulla pubblicità. La questione si era infatti aperta con l’intervento di un consigliere che aveva ribattuto punto su punto alle contestazioni generali e personali mosse dal dg del club etneo.

A prendere la parola è Niccolò Notarbartolo: «Sono stato bersaglio di un comunicato stampa abbastanza violento. In cui le mie dichiarazioni sono state bollate come di poco conto, dandomi del “consigliere qualificato” in maniera sfottente. Le cose che ho detto non credo però siano campate in aria. La commissione allo Sport, che oggi si è riunita, si espressa all’unanimità a favore di una linea verso il Calcio Catania che deve essere intransigente. Non è accettabile che vengano dette menzogne all’opinione pubblica attraverso la stampa, come non lo è che venga data l’immagine di un Comune alla mercé di un signore che oggettivamente ha un altro ruolo, e nessun titolo per prendere decisioni a nome della città su un impianto importante come il Massimino».

Il consigliere è il componente della commissione allo Sport che aveva replicato già una prima volta alle dichiarazioni di Lo Monaco, quelle rese il giorno in cui i cancelli del Massimino erano stati chiusi al club rossazzurro proprio per la mancanza del pluricitato documento. E che replica nuovamente alle “menzogne” che contesta a Lo Monaco riguardo agli accordi di manutenzione: «Il Catania paga 1500 euro l’affitto del campo. Una cifra risibile considerato che paghiamo noi l’acqua, la luce per le gare in notturna, più tutta un’altra serie di manutenzioni. Lo Monaco lamenta di dover manutenere il campo, ma nessuno lo ha obbligato. Ha firmato una transazione in cui si accolla l’onere in cambio della gestione di tutti i bar dello stadio Cibali, che considerati i circa 10mila utenti non sono guadagni indifferenti. Un’altra menzogna riguarda il contributo per la pubblicità allo stadio. Loro guadagnano, vendendo la pubblicità, e una piccola parte di quel guadagno la versano come imposta al Comune. Ma anche in questo caso nessuno li ha obbligati. Se a loro non va bene possono riportarsi indietro i cartelloni e non fare pubblicità».

Durante il suo intervento, Notarbartolo aggiunge «che è stato un grave errore permettere al Calcio Catania, l’anno scorso, di giocare senza pagare il canone per dieci partite. A differenza di quanto fanno tutte le altre società sportive.  Un errore che in qualche modo probabilmente avrà fatto pensare a Lo Monaco di poter fare quello che voleva». Infine conclude: «Siccome la riduzione da 5000 a 1500 euro incide sulle entrate complessive dei servizi comunali a domanda individuale, per fare un favore al Calcio Catania noi togliamo risorse là dove probabilmente sono più necessarie come agli asili, ai servizi cimiteriali. Che servirebbero invece a persone in difficoltà economica che ne trarrebbero maggiore utilità rispetto al Calcio Catania. Valutiamo di riportare a 5000 euro il canone di concessione».

Valutazione bocciata dall’assessore, che ha tuttavia concordato con quasi tutto il resto dell’intervento del consigliere. Non è stato trattato l’argomento concessione pluriennale, indicato dal club come unica soluzione definitiva alla vicenda. In un comunicato stampa, l’assessora precisa sulla questione: «L’ultima convenzione è scaduta nell’agosto 2012. Il bando della nuova concessione approvato con delibera consiliare del 9 agosto 2012, venne impugnato dal Catania nell’ottobre 2012 (prima che Lo Monaco si dimettesse dagli incarichi già ricoperti, ndr) con ricorso al Tar. Quindi la situazione attuale di “concessione in uso” che secondo il Catania “non ha mai realmente agevolato la società” è frutto di una loro legittima scelta e di sopraggiunte valutazioni».

Intanto un giorno in più è passato, e ce n’è uno in meno per trovare un accordo prima di Catania-Monopoli. La prossima gara interna, che è in programma il 3 ottobre e che rischia di non giocarsi al Massimino se un’intesa tra Comune e Calcio Catania non verrà raggiunta.