Catania a confronto, finora meglio scorsa stagione. Sei punti: schiaffo o sorpasso?

Fonte: zimbio.com
Marco Di Mauro

Un altro schiaffo a Pietro Lo Monaco? Qualora il Calcio Catania non battesse il Siracusa, domenica prossima, la matematica sancirà senza possibilità di appello che la squadra allestita per questa stagione avrà fatto peggio di quella che aveva concluso la stagione precedente. Solo vincere entrambe le gare rimaste potrebbe permettere ai rossazzurri di Giovanni Pulvirenti di superare in media punti il rendimento dei loro più diretti predecessori.

A far bene i conti, in questa stagione il Catania non ha migliorato il suo rendimento nonostante un contesto di partenza certamente migliore. Ha ottenuto 43 punti ma sarebbero stati 50 senza penalizzazione (che tra l’altro non può certo essere rimproverata alla passata dirigenza, non essendo frutto di imperizia ma di mancanza dei quattrini necessari). Lo scorso campionato era stato chiuso a 49 (senza penalizzazione), ma in un girone con meno squadre e quindi meno partite e meno punti a disposizione. Il rendimento può essere quindi paragonato solo valutando le medie. Il Catania 2016/17 ha una media punti di 1.38. Il Catania 2015/16 è attualmente in vantaggio, con 1.44 punti di media. Solo racimolando sei punti nelle ultime due gare la squadra di Giovanni Pulvirenti potrà, arrivando a quota 1.47, effettuare sulla linea del traguardo il controsorpasso.

Il ritorno di Lo Monaco a Torre del Grifo ha segnato, lo scorso giugno, la fine della gestione affidata a Pippo Bonanno. Non ci sono mai stati particolari ringraziamenti verso quella dirigenza, i cui traguardi son stati l’avere evitato il fallimento del club e l’avere centrato la salvezza pur a fronte di 10 punti di penalizzazione. L’allenatore venne cacciato, la squadra fu smantellata e i dirigenti allontanati. Anzi, l’operato di questi ultimi fu criticato dallo stesso Lo Monaco quando Marcello Pitino – che di quella dirigenza faceva parte – alzò la voce per sottolineare il merito di quei traguardi, centrati in un contesto  sportivo, ambientale ed economico parso ben più complicato di quello in cui opera l’attuale dirigenza.

La società era stata da poco retrocessa d’ufficio, aveva addosso la vergogna d’una condanna per illecito sportivo, oltre al peso di 15 milioni di euro di perdite e di un organico di lusso da svendere interamente per evitare il fallimento. Non aveva neppure le carte in regola per l’iscrizione al campionato e si doveva ricostruire da zero la squadra, per adeguarla ai parametri della Lega Pro. I rossazzurri riuscirono a salvarsi solo all’ultima giornata e non per meriti del tutto propri, ma grazie a una sfortunata traversa centrata dal Monopoli nella concomitante sfida al Matera. Se il pallone fosse entrato in porta, i pugliesi sarebbero stati salvi e il Catania sarebbe finito ai play out, da giocare in condizioni fisiche e mentali disastrose.

In condizioni non certo migliori versa l’attuale Catania, che ha ottenutolo stesso traguardo in modalità forse più umilianti e che si ritrova in ballo per i play off solo in ragione dell’allargamento a 28 del numero delle partecipanti. La salvezza è arrivata nel giorno in cui la squadra è stata umiliata per 3-0 dal Monopoli. A differenza della passata stagione non c’è davvero nulla di cui rallegrarsi. Sia perché la matematica è arrivata grazie al gol della Casertana contro l’Akragas. Sia perché l’obiettivo dichiarato a inizio stagione da Lo Monaco (tenuto conto del -7) era un piazzamento importante in zona play off, che garantisse il favore di giocare in casa la prima gara degli spareggi. A due giornate dal termine, l’obiettivo di centrare i play off rilanciato dalla dirigenza si associa a quello di superare il Catania della scorsa stagione, ed evitare così quello che sembrerebbe un secondo schiaffo in faccia alla credibilità di chi questa squadra l’ha allestita, vantata e difesa. Ci riusciranno i rossazzurri?