Catania, inutile concentrarsi sul campo. Fallimento frutto del “gioco” societario

Fabio Di Stefano

Ormai è inutile concentrarsi sul campo

Sconfitte che si susseguono, specie in trasferta, e quasi sempre con le stesse modalità. Ne sono passati tanti di giocatori in queste stagioni, e tanti sono stati gli allenatori che hanno provato a guarire un malato che di guarire non ne vuol proprio sapere. Anzi, sembra proprio che la malattia sia sempre più acuta, e la paura che non vi sia cura alcuna sempre più grande. Volessimo andare a tutti i costi alla ricerca dei perchè, potremmo parlare di giocatori che ormai – causa età o problemi fisici – hanno poco da dare alla causa. Oppure disquisire su una diagonale sbagliata di Pinto o della crisi di identità che attanaglia gente come Rizzo e Curiale, tanto per fare due nomi. Potremmo anche parlare di moduli, tattiche, numeri. Potremmo farlo, certo, ma così facendo ci ritroveremmo ad affrontare sempre gli stessi discorsi, a commentare sconfitte che sembrano tutte uguali. E, volendo a tutti i costi cercare delle spiegazioni con una parvenza di razionalità, si rischierebbe di non raccontare in pieno la verità.

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