Catania, inutile concentrarsi sul campo. Fallimento frutto del “gioco” societario

Fabio Di Stefano

Il pallone si sta per sgonfiare

Tra mezze ammissioni e smentite poco convincenti sulle problematiche che affliggono il club, che la situazione sia delicata -eufemismo – è sotto gli occhi di tutti. Pulvirenti, commentando la débâcle di Catanzaro, ha parlato di rivoluzione dell’organico a gennaio, di fatto smentendo le parole che Lo Monaco aveva proferito qualche tempo addietro. Ma il Catania ha le risorse necessarie per fare repulisti, come paventato dalla proprietà? E in che modo si potranno mettere alla finestra i tanti giocatori che non hanno mercato? Risposte, queste, che forse alla gente non interessano più. Perché i tifosi del Catania sono stanchi di credere alle parole ed essere puntualmente delusi dai fatti. Sono stanchi di essere presi in giro. Sono stanchi di non assistere più al loro sport preferito, ed ancor più di esser costretti ad assistere al gioco – di cui non sono chiare le regole – che dall’arrivo di Pablo Cosentino il club ha iniziato a giocare. Sono preoccupati, in fondo, che la società si stia prendendo gioco di loro, della loro passione, del loro amore per il Catania. Tanto da portarli alla rassegnazione e all’indifferenza. E questo è l’aspetto più triste, considerato che nel calcio l’indifferenza fa più male di una bordata di fischi. Quando un tifoso non riesce più a gioire di un gol segnato dalla propria squadra o a imprecare per la rete fallita dal suo beniamino, significa che il pallone si sta per sgonfiare.