Combine-bis: chiesta ammenda al Catania. Lo Monaco: «Penalità? Ingiusta»

Redazione

Scongiurato il rischio di penalizzazione o peggio, retrocessione. La Procura federale della Figc, nell’udienza tenuta oggi, chiede solo un’ammenda per il Calcio Catania e per l’ex presidente Antonino Pulvirenti riguardo al caso combine-bis.  Dovrebbero ammontare rispettivamente a 20mila e 25mila euro. «Il Catania è già stato punito per la vicenda Treni del gol, e anche abbonadamente. Sarebbe eccessivamente punitivo infliggere una nuova penalizzazione», commentava qualche giorno addietro l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco a MondoCatania. La sentenza, che non è detto si allini alle richieste dell’accusa in caso di condanna, è attesa nei prossimi giorni.

La vicenda riguarda due partite del campionato di serie B 2014/15, BolognaCatania e BresciaCatania. Entrambe figurano nel fasciolo dell’inchiesta della Procura di Catania denominata Treni del gol, ma non erano state prese in considerazione dal procedimento sportivo che la scorsa estate aveva portato alla retrocessione dei rossazzurri in Lega Pro, con l’aggiunta di nove punti di penalizzazione e una multa salata. L’ex presidente Antonino Pulvirenti, tenuto conto della sua collaborazione, era stato condannato a cinque anni di squalifica e al pagamento di una sanzione economica con tanti zeri.

Il nuovo procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha ereditato il procedimento dal suo predecessore, Stefano Palazzi. Era stato quest’ultimo infatti a chiedere il deferimento del club, dell’ex presidente e di tutti gli altri imputati (Daniele Delli Carri, all’epoca dei fatti direttore sportivo della società etnea; Piero Di Luzio e Fernando Antonio Arbotti). Per quanto riguarda Brescia-Catania, l’accusa sostiene che il club abbia violato i doveri di lealtà sportiva. Più gravi le contestazioni su Bologna-Catania, in cui l’imputazione è di illecito sportivo. Se la prima violazione è punibile con massimo un’ammenda, per la seconda si arriva fino alla retrocessione come ricordato a MondoCatania dall’avvocato Mattia Grassani.

Il difensore di Pulvirenti, Giovanni Grasso, sin dapprincipio sostenva l’inconsistenza dell’accusa: «Non ci sono elementi nuovi rispetto a quelli per il quale il Catania è già stato giudicato». L’accusa guidata da Pecoraro ha chiesto alla disciplinare l’ammenda a carico del club e del patron. La sentenza è attesa nei prossimi giorni. Non dovrebbero esserci sorprese, come invece accaduto nel primo procedimento. Allora la sentenza dei giudici fu più pesante della richiesta del procuratore federale. «In due campionati ci sono stati tolti già 16 punti. Un’altra penalizzazione sarebbe stata esagerata», commenta Lo Monaco. Nella peggiore delle ipotesi, come previsto dallo stesso addì nella conferenza tenuta ieri, il Catania dovrà pagare una multa.