Crialesi: «Mio gol agli spareggi ’83 è leggenda. Catania, contestare non aiuta»

Fabio Di Stefano

«Il gol segnato al Como è diventato una leggenda che si tramanda da padre in figlio». Angelo Crialesi ricorda così la rete di testa che decise gli spareggi dell’83. A MondoCatania l’ex bomber rossazzurro, che da calciatore ha indossato anche la maglia del Foggia, parla del match di domenica tra il Calcio Catania e la squadra di Stroppa e lancia un appello ai tifosi catanesi: « In un momento così delicato il pubblico deve stringersi attorno alla squadra».

Crialesi domenica c’è Catania-Foggia. Che partita sarà?

«Noi del Catania non stiamo facendo molto bene, il Foggia è invece lanciatissimo dopo la vittoria nello scontro diretto con il Lecce e vorrà fare bottino pieno. Sarà una partita difficilissima per gli etnei, ma al Cibali, io lo chiamo ancora così, è sempre dura per tutti. I rossazzurri vengono dalla brutta sconfitta di Pagani e devono tirare fuori tutte le energie, cercando di sbagliare il meno possibile per provare a mettere in difficoltà i pugliesi».

Lei per chi farà il tifo?

«La risposta è scontata. Io mi sento totalmente catanese visto che a Foggia sono stato solo per un anno».

Il Catania dovrà riconquistare l’affetto dei propri sostenitori, delusi e arrabbiati con squadra e società.

«E’ proprio nei momenti difficili che il pubblico deve stringersi attorno alla squadra. I tifosi rossazzurri hanno grande passione. Ricordo che in Eccellenza il Catania faceva quindicimila spettatori, per cui occorre ricompattarsi e aiutare i giocatori, soprattutto in un momento così delicato. Comprendo la delusione, ma contestando la squadra non si fa il bene di nessuno, se non quello del Foggia».

I rossazzurri hanno una delle rose più forti del girone, almeno sulla carta. Al momento sono però fuori dai play off. Sa darsi una spiegazione?

«Premetto che non conosco bene la realtà della categoria. Il Catania ha buoni giocatori, ma il fattore ambientale è importantissimo ed è possibile che i calciatori risentano della scollatura che c’è tra società e tifosi. Se a questo aggiungiamo che sono stati cambiati tre allenatori, si capisce come i giocatori siano potuti andare in confusione. Io credo che sia importante prendere atto della situazione: il Catania è dodicesimo in classica e deve provare a risalire, senza pensare di avere un organico che vale i primi posti».

La maglia rossazzurra è di quelle che pesano in un campionato come la Lega Pro. Soprattutto quando c’è l’obbligo di giocare per vincere.

«Giocare a Catania è una bella responsabilità, inoltre la squadra e la città non c’entrano nulla con la Lega Pro. Però un calciatore non può aver timore di giocare per questo club, anzi, deve esserne onorato ed avere maggiori stimoli. Personalmente, preferisco una piazza che ti pressa a una eccessivamente tranquilla. Senza passione non esiste calcio».

Il 18 giugno 1983 è una data che resterà scolpita per sempre nella mente di Crialesi e dei tifosi catanesi.

«Il gol che feci al Como a Catania è diventato una leggenda che si tramanda da padre in figlio. Gli spareggi dell’Olimpico sono rimasti nella memoria di tutti i catanesi. Qualche tempo fa in tv ci hanno dedicato una trasmissione, e devo dire che è sempre emozionante ricordare quei momenti. Catania però non deve vivere di ricordi, adesso deve pensare al futuro».