Baiocco: «Catania, due vittorie e vai ai play off. Io tante volte vicino al ritorno»

Fabio Di Stefano

Alla soglia dei 42 anni ha ancora voglia di correre dietro a un pallone. Davide Baiocco, che dal 2005 al 2009 ha indossato il rossazzurro in centoventidue gare segnando due reti, ha appena conquistato, con la maglia del Palazzolo, la vittoria del campionato di Eccellenza. Sino a dicembre Baiocco ha vestito la maglia del Siracusa, prossimo avversario di un Catania che sembra non avere più ambizioni per questa stagione. L’ex mediano etneo non la pensa così, e crede nell’ultimo colpo di coda della squadra di Giovanni Pulvirenti.

Baiocco, domenica si gioca Catania-Siracusa. Gli aretusei sono già ai play off mentre il Catania a Monopoli si è giocato le ultime carte per entrare tra le prime dieci.

«Io dico che il Catania ha ancora delle chance di centrare i play off. Dovessero arrivare due vittorie nelle ultime due gare, i rossazzurri avrebbero buone possibilità di farcela. Per il Siracusa la valenza della gara è diversa. Gli aretusei possono giocare senza l’assillo del risultato, anche se si tratta sempre di un derby e la vittoria sarebbe un ottimo biglietto da visita in vista dei play off».

A essere sinceri i rossazzurri non sembrano avere le necessarie energie mentali per vincere le ultime due partite.

«Premetto che è sempre difficile giudicare da fuori, ma è evidente che nel Catania qualcosa che non va c’è di sicuro, lo dicono i numeri. Eppure sino a due mesi addietro la situazione non era così delicata. Poi tra infortuni, cambi in panchina e risultati che sono venuti a mancare, la situazione è precipitata. Inoltre quella etnea è una piazza che ti mette tanta pressione addosso. Occorrono carattere e personalità per saperla gestire. Tornando alla gara di domenica, dico che ogni partita ha una storia a sé e speriamo che il Catania possa svoltare, magari grazie a quegli stimoli che un derby fornisce».

A un certo punto i rossazzurri hanno temuto addirittura di essere risucchiati in zona play out. La sconfitta dell’Akragas ha virtualmente sancito la permanenza del Catania. Certo che, con le salvezze che hai ottenuto tu, c’è una bella differenza…

«Era una categoria diversa da questa. La permanenza in serie A equivale a una vittoria di un campionato per il Catania. Soprattutto la prima, quella ottenuta col Chievo. Allora il Catania mancava da tanto tempo dalla massima serie e quella salvezza fu ottenuta superando le difficoltà che tutti sappiamo. Mentre quest’anno non si può parlare di obiettivo raggiunto visto che la squadra poteva fare molto di più. Però mancano ancora due gare e non tutto è perduto».

Il Siracusa è la vera sorpresa del girone C. La squadra di Sottil ha disputato un grandissimo girone di ritorno.

«Il Siracusa è partito con qualche difficoltà. La squadra è stata allestita strada facendo, ma il gruppo era coeso e pian piano sono arrivati i risultati. I miei ex compagni stanno disputando un campionato di altissimo livello e ai play off possono sfruttare l’entusiasmo e la forza della tranquillità, visto che sono stati raggiunti obiettivi inaspettati a inizio torneo».

Qualche tempo fa Lo Monaco ti ha elogiato pubblicamente. Ti ha fatto piacere?

«Mi ha fatto piacere, certamente. Mi ha anche rammaricato per ciò che poteva essere e invece non è stato. Da quando sono andato via da Catania ci sono state tante occasioni per ritornare, ma alla fine non se ne è mai fatto nulla. Mi stimano ma non mi chiamano. Evidentemente qualche motivo ci sarà».

Baiocco si vede ancora calciatore oppure è arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo?

«Io desidero essere coinvolto in un progetto serio in cui si creda nel sottoscritto. Che  sia ancora campo o in un altro ruolo poco importa, l’importante è che ci sia fiducia nelle mie qualità professionali e umane».

Quando deciderai di smettere col calcio giocato in che ruolo ti vedi?

«Io sono un uomo di campo. Vorrei fare l’allenatore o il responsabile del settore giovanile. Un ruolo dirigenziale lo accetterei solo se mi consentisse di restare vicino ai giocatori e ai tecnici. Se ne era parlato tre anni fa, con Cosentino dirigente, quando il Catania stava in serie B. Poi non se ne fece nulla».