La promozione dell’83. Il ricordo: «Trasformammo l’Olimpico nel Cibali»

Redazione

25/06/1983: Un giorno qualunque per molti; non per i catanesi, per chi tiene alle sorti del Calcio Catania. «Non ebbi alcuna remora a prendere la macchina e partire», racconto a MondoCatania un tifoso. Sorrentino, Ranieri, Mosti, Morra, Cantarutti, sono alcuni dei nomi della rosa di calciatori che, in quel campionato cadetto giunto agli spareggi, conducono la squadra etnea a giocarsi e conquistare la promozione in serie A dodici anni dopo l’ultima volta. Con alle spalle un campionato da protagonista, nonostante l’ingombrante presenza di Milan e Lazio, la compagine rossazzurra conclude il torneo al terzo posto in graduatoria qualificandosi così per lo spareggio promozione con Como e Cremonese, da disputare allo stadio “Olimpico” di Roma. Ottenuta la vittoria sui lariani, sette giorni dopo, il Catania si gioca la massima serie nella sfida secca contro la squadra lombarda.

« Ero partito con mio padre, mio fratello, mio suocero e i miei cognati… Fu un viaggio pieno di risate e in cui c’era tanta voglia di tornare vittoriosi. Quella stessa mattina, prima della partita, visitammo Roma. Una città bella e accogliente. La cosa particolare fu incontrare a piazza S.Pietro, o al Colosseo, o ancora a Piazza di Spagna, tanti miei concittadini con la sciarpa rossazzurra al collo e con gli occhi intrisi di speranza. Non ci conoscevamo, ma ci rivolgevamo tra di noi come se fossimo amici di lunga data. Eravamo tutti lì e volevamo tutti una sola cosa: tornare tra le squadre che contano e ritornare a vivere la domenica calcistica con quella stessa adrenalina».

Giuseppe è uno dei 40.000 catanesi che, in quel pomeriggio di inizio estate, invasero la capitale spingendo la propria squadra verso quella che sarebbe stata una promozione storica, un grande risultato, un traguardo forse impensabile fino a qualche mese prima. Nel racconto di quella giornata non vi è racchiuso il computo dei 90’ minuti disputati, già passati alla storia e ampiamente raccontati dalla cronaca, ma l’attesa per una partita vissuta già intimamente durante il tragitto. Tanti chilometri, macinati lungo tutto il pomeriggio precedente, partendo con un carico di speranze e buoni propositi dalla Sicilia, attraversando lo Stretto, diretti verso la capitale. Quale teatro migliore della città eterna e dello stadio Olimpico per questo scontro decisivo?

«Vedere gli spalti tutti colorati di rosso e di azzurro ti dava la sensazione di giocare a casa. Era come se gli avversari stessero giocando contro una città intera. Come se lo stadio “Cibali” per quel pomeriggio si fosse trasferito a Roma. La partita non fu bellissima le azioni furono poche, anche perché il caldo afoso di quel pomeriggio romano non ti permetteva di giocare al meglio. Il Catania ebbe comunque le migliori occasioni. Ricordo ancora che ogni volta entravamo in area di rigore, il boato dei 40.000 quasi intimoriva la squadra avversaria».

La partita si concluse con il risultato di 0-0 che, in virtù della miglior classifica della squadra di Gianni Di Marzio permise alla squadra dell’elefante di raggiungere la serie A. Una stagione epica, con un epilogo tanto sperato e desiderato dai supporters rossazzurri.

«Al fischio finale dell’allora arbitro Menegali, , i 40.000 presenti sugli spalti invasero totalmente il terreno di gioco per celebrare i propri beniamini. Dopo anni di sofferenza, finalmente quel pomeriggio segnava una sorta di riscatto contro tutto e tutti. Era la festa del Catania e di Catania. A livello personale, mi sentivo felice ed ero convinto che, negli anni a venire, questo passeggiata a Roma sarebbe diventata una bellissima storia da raccontare ai miei figli prima e ai miei nipoti dopo. Un bellissimo giorno, perché quel giorno era anche il mio compleanno. Il Catania, mi ha fatto il regalo più bello che potessi ricevere: la SERIE A».