Le pillole di Cavese-Catania

Fonte immagine: calciocatania.it
Gianpaolo Barbera
  • Il Catania di Baldini vuole capire cos’è in grado di fare ai playoff e si presenta in campo per fare la partita.
  • Avversario alla canna del gas, ma campo tradizionalmente ostico. Serve attenzione.
  • Primo tempo discreto, che evidenzia la scarsa abitudine della squadra a finalizzare il gioco. Per limiti tecnici, ma anche per la gestione precedente, troppo attenta alla fase difensiva a discapito di quella offensiva.
  • Welbeck in panca: non si capisce bene se per scelta tecnica, tattica o altro.
  • Maldonado fa il suo: registra il gioco, lotta in mezzo e lancia con precisione. Giocatore necessario nello scacchiere di Baldini.
  • Russotto è il più pimpante, ma non segna quando gli capita l’occasione giusta. Poi cala troppo.
  • Dall’Oglio è il giocatore chiave in questo momento, non solo per l’assist e il gol, di rara fattura in C.
  • Giosa si esalta quando si può concedere qualche “zingarata” in avanti, ma oggi difende pure benino, anche se contro avversari modesti, va detto. Il gol è la ciliegina sulla torta e il brutto periodo va in archivio.
  • Altro elemento imprescindibile è Sarao, che fa tanto lavoro per la squadra e cerca pure la conclusione con entrambi i piedi e la testa. Guerriero massiccio, impossibile da sostituire. E infatti Baldini non lo toglie.
  • Piccolo non capisce cosa gli chiede il tecnico: la conclusione in porta. È fin troppo generoso e spreca tante energie.
  • Vittoria importante nel segno della consapevolezza. La sensazione che si sia sprecato troppo tempo a cambiare inizia a diventare certezza.
  • La squadra pressa in avanti: è questo il cambiamento più evidente, insieme al cambio di modulo, rispetto al recente passato.
  • Tuttavia, parlare di calcio senza voce, senza “La voce”, oggi è stato difficile. Addio Stefania.

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