Lo Monaco socio o dipendente? Il nodo della causa da 6,6 milioni di euro

Marco Di Mauro

Per amore o per denaro? Antonino Pulvirenti e Pietro Lo Monaco tornano insieme – almeno così pare – dopo quattro anni trascorsi a insultarsi a distanza, a rinfacciarsi accuse e a spedirsi carte di avvocati. Tra tutte, spicca il conto presentato dall’allora ex amministratore delegato del Catania al suo ex datore di lavoro: 6,6 milioni di euro per contributi mai percepiti nel corso degli otto anni passati a dirigere il club. Richiesta ritenuta infondata dal club e sulla cui legittimità è stato chiamato a esprimersi un giudice.

L’ultima menzione certa, in merito alla vicenda, è nel bilancio 2015. In cui il Catania non pare preoccupato e, anzi, scrive di avere chiesto «il pagamento di somme ben maggiori rispetto a quelle intimate». Si è parlato di questi soldi negli incontri tra Pulvirenti e Lo Monaco? Sembra impensabile immaginare che la proclamata riconciliazione affettiva e professionale tra i due non vada a braccetto con la conciliazione su questa vertenza. Sarebbe strano il contrario. Come pure ipotizzare che Pietro Lo Monaco accetti di ritornare al Catania alle stesse condizioni e nella stessa posizione – da dipendente – che hanno permesso a Pulvirenti di congedarlo quattro anni fa – dopo avere ricevuto le sue dimissioni – come fosse un qualsiasi collaboratore.

Più volte, secondo i bene informati, ci sarebbe stata per lo Lo Monaco la possibilità di entrare in società, acquisendo delle quote azionarie come saldo di cospicue somme che l’ex direttore sostiene di avere anticipato. Ad esempio quelle per l’iscrizione al campionato di serie A 2011/12, che Lo Monaco aveva dichiarato di aver pagato attraverso il proprio conto bancario. Una versione dei fatti alla quale il club ha comunicato di avere replicato attraverso i propri legali. Di sicuro c’è che, nella successiva esperienza avuta col Palermo, il presidente Maurizio Zamparini offrì a Lo Monaco, oltre alla carica di dirigente, anche il 10 per cento delle azioni del club rosanero.

Altra cosa certa è però che Pulvirenti ha sempre ribadito la sua abitudine a operare da solo. Senza soci. Anche quando ad essere accostato come possibile azionista entrante c’era il pupillo Pablo Cosentino. Tuttavia il ritorno di Lo Monaco, dopo tanto astio, segna il più clamoroso dei passi indietro compiuti dal patron. Al cospetto del quale meno meraviglia susciterebbe qualsiasi altro dietrofront: anche un ripensamento sulla possibilità di azzerare ogni rischio, in merito alla vertenza, e risparmiare fino a 6,6 milioni di euro offrendoli a Lo Monaco come azioni di una società che ha chiuso l’ultimo bilancio con perdite milionarie. Sempre che Lo Monaco sia interessato.