Pancaro-Rigoli (quasi) alla pari alla 21^: numeri simili, prospettive diverse?

Marco Di Mauro

Due punti in più rispetto alla squadra allenata, la scorsa stagione, da Giuseppe Pancaro. Il Catania di Pino Rigoli chiude il 2016 al nono posto: con 35 punti conquistati sul campo, 28 contando la penalizzazione che riguarda il caso Castro.

I due organici sono partiti con premesse simili: dirigenza e formazione rivoluzionate rispetto alle precedenti e, sulle spalle, una pesante penalizzazione. Considerando gli stessi punti di penalità imposti la scorsa stagione (dieci, ndr), questo Catania si troverebbe alla stessa posizione del suo pur giovane antenato: undicesimo. Antenato che invece, con tre punti in più, alla 21esima giornata si sarebbe trovato esattamente al nono posto della graduatoria del girone C. Fossero stati sgravati da penalità, si sarebbero trovati entrambi tra le prime sei formazioni della graduatoria.

Numeri molto simili nonostante le condizioni societarie e gli obiettivi sportivi siano invece ben diversi. Il Catania gestito da Giuseppe Bonanno, tra caos post Treni del gol e stipendi complicati da pagare, mirava a salvarsi il prima possibile. Il Catania di Pietro Lo Monaco, che col suo ritorno ha dato più solidità al club, ha subito mirato alla vetta e poi – considerato irrevocabile il -7 del caso Castro– ha ridimensionato l’obiettivo al quinto posto senza nascondere però di ambire alla promozione in B attraverso i play off.

Il Catania di Rigoli – stando a questi dati e a questi obiettivi – pare viaggiare al di sotto delle aspettative stagionali più di quanto non abbia fatto quello del suo predecessore. Eppure finora non si è assistito alle contestazioni, anche clamorose, viste la passata stagione. Forse è anche grazie ai cambiamenti nel format del campionato, che ha esteso fino al decimo posto la soglia d’accesso ai play off. Modifica senza la quale i rossazzurri non sarebbero stati tutt’ora in linea per l’obiettivo finale.

Otto vittorie, nove pareggi, quattro sconfitte per il Catania di PancaroNove vittorie, otto pareggi, quattro sconfitte per quello di Rigoli. Raffronto dal quale si evidenzia, forse con maggiore evidenza, come una gestione di gara prudente – che vale poche sconfitte – ieri come oggi non permetta di ambire oltre una certa soglia di centro classifica. Tra l’altro pure il confrontro tra gol fatti e subiti risultata molto simile: 28-22 (+6) contro gli attuali 24-16 (+8).

Eppure, proprio su quest’ultimo dato, si registra una significativa diversità. La scorsa stagione, alla 21esima giornata, il Catania aveva un bomber che aveva già segnato dieci reti: Caetano Calil. Lo stesso che nel girone di ritorno, però, ne avrebbe segnata appena una. Crisi proseguita nella stagione in corso, in cui ha segnato, appunto, una sola rete. I migliori marcatori del Catania di Rigoli, Mazzarani e Di Grazia, insieme hanno segnato finora lo stesso numero di reti del Calil di allora, dieci.

La differenza più evidente sta però nell’altalena tra rendimento interno ed esterno. Il Catania di Rigoli è stato un rullo compressore in casa: ha perso una sola gara e ne ha vinte sette di fila (un record). Altro motivo per il quale, probabilmente, la squadra risulta più affiatata coi tifosi. Tuttavia, fuori casa ha ottenuto solo una vittoria, 6 pareggi, 3 sconfitte. Quello di Pancaro aveva ottenuto 3 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte. Al Massimino invece, 5 vittorie, 4 pareggi, una sola sconfitta.

Pippo Pancaro venne esonerato il primo marzo 2016, dopo la sconfitta per 1-0 contro la Casertana. Per quante siano più le similitudini che le differenze con quel Catania, Pino Rigoli spera certamente di avere prospettive diverse rispetto al collega che indossava la maglietta con le iniziali PP. Speranze alimentate anche dalle indicazioni, finora chiare, date dalla nuova società che a differenza della precedente ha delineato un programma a lunga scadenza. In cui Rigoli pare sia al centro, almeno per ora.