Pane duro e coltello che non taglia: questo Catania è ancora menza ammulatura

Claudio Spagnolo

Pane duro e pane morbido

Si dirà che il Catania, tre giorni prima di Bisceglie, ha fatto un figurone – pur perdendo – contro il Sassuolo in Coppa. Ma questo non sposta, secondo me, la sostanza delle cose. Il Sassuolo è sceso in campo senza chiudersi, con l’intenzione di vincere e con il desiderio, rimasto poi tale, di imporre il proprio gioco. Un atteggiamento che rendeva il pane da tagliare un po’ più morbido del solito. E, soprattutto, un atteggiamento che quasi nessuna squadra di serie C adotterà mai giocando contro il Catania. Il problema resta dunque il fatto che il Catania giochi spesso male o malissimo contro avversari che si chiudono a riccio, che obbediscono al precetto primo non prenderle. Se non si rifà il filo a questa lama, insomma, rischiamo di continuare a giocar male contro pressoché tutti gli avversari che ci troveremo sulla nostra strada. Il che non è una prospettiva incoraggiante, per una squadra che vorrebbe vincere il campionato.

Il dir questo adesso, quando neanche metà torneo è trascorsa, quando il mercato si avvicina e la lepre, benché lontana, può essere ancora inseguita, non è disfattismo. È voler bene al Catania. E se vogliamo bene al Catania, aggiungerei, non c’è da star troppo a sentire le voci che girano sui prossimi assetti della serie B, sul possibile aumento del numero delle promozioni, su un tardivo e incerto risarcimento dei pasticci combinati quest’estate con la schifezza dei ripescaggi. Cerchiamo di non accomodarci sul pensiero che la B ci possa raggiungere, scendendo graziosamente al piano a cui adesso ci troviamo; esonerandoci dall’obbligo di salire quanto è necessario per conquistarsela. Se così pensassimo, ci condanneremmo in anticipo a un altro campionato di menza ammulatura. E, davvero, ne abbiamo visti fin troppi.