Passi avanti con il 3-4-3. Ma al Catania servono i gol delle punte

fonte: calciopotenza.eu
Fabio Di Stefano

Il Catania batte anche la Juve Stabia, ancora per 1-0 e ancora una volta con un gol di un difensore. Con la Paganese ci aveva pensato Claiton a ristabilire la parità. Contro il Monopoli, Silvestri aveva deciso il match, oggi l’uomo partita è stato Tonucci. E se la terna arbitrale avesse visto anche la seconda marcatura – il pallone colpito di testa, sempre da Tonucci, aveva varcato per intero la linea di porta – il difensore avrebbe festeggiato la doppietta personale contro la sua ex squadra.

Che Giuseppe Raffaele avesse in testa il passaggio al 3-4-3 si era capito in settimana. Gli arrivi di Piovanello ed Emmausso, l’ammissione di Raffaele durante la conferenza stampa di presentazione del match con i campani, che aveva raccontato ai cronisti la trattativa per prelevare Piscopo, attaccante passato alla Carrarese. Restava il dubbio sulla tempistica per l’attuazione del piano-Raffaele. In fondo, Piovanello ed Emmausso, gli uomini che consentono al tecnico di giocare con i tre attaccanti, erano arrivati da poco e avevano pochi allenamenti alle spalle con i compagni. Il tecnico, però, ha preferito rischiare e ha gettato subito nella mischia l’attaccante napoletano, ex della Vibonese.

Il Catania del primo tempo non è affatto dispiaciuto. I rossazzurri hanno giocato un calcio più arioso e gradevole rispetto alle prime uscite. Si è giocato di più sulle fasce, soprattutto a destra, grazie all’accoppiata Rosaia-Albertini. L’ex centrocampista del Cesena è un elemento su cui si possono spendere due parole: affidabile, gioca con la “testa” e sa farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Un giocatore utile sia ai compagni che al tecnico.

Nella ripresa la squadra arretra il baricentro, a tratti soffre il ritorno della Juve Stabia, che è squadra di tutto rispetto e non ci sta proprio a perdere la gara. Ma l’atteggiamento del Catania non è mai passivo, e i suoi uomini sono sempre alla ricerca del raddoppio. Che non arriva, ma può andar bene così per vincere la gara.

La nota stonata arriva dalle punte, ma solo dal punto di vista realizzativo. Sarao fa a sportellate con gli avversari, il suo gioco è funzionale al movimento dei compagni. L’ex reggino ha giocato la sua miglior partita in rossazzurro, ma non ha mai calciato verso la porta difesa da Tomei. Discorso a parte per Reginaldo: il brasiliano ha giocato venti minuti deliziosi. Ha tenuto palla, servito i compagni e guadagnato delle punizioni. Ma anche lui non vede la porta, anche perché gioca distante dai sedici metri. Raffaele dovrà lavorare su questo: servono i gol degli attaccanti e dei centrocampisti, perché le gare non si potranno sbloccare sempre e solo sui calci piazzati.