Poca qualità e confusione tattica: il punto su Catania-Paganese

Giorgio Grasso

Poca qualità in mezzo al campo

Le perplessità sollevate dal match di ieri sono tante. Il campanello d’allarme che più preoccupa è l’assenza di elementi di qualità in mezzo al campo. Sia chiaro, il manto erboso – definirlo erboso, va detto, è un eufemismo – del Massimino non ha favorito nel modo più assoluto il bel giuoco, ma le difficoltà riscontrate dalla mediana rossazzurra nel costruire gioco sono state evidenti. La presenza di Dall’Oglio, Izco e Rosaia non garantisce una costruzione razionale ed organica al gioco del Catania, troppo spesso ricaduta sulle spalle di un Reginaldo fuori condizione e costantemente impegnato a fare da collante tra il centrocampo e l’attacco.

Tra l’altro, qualche giocatore non ha nemmeno giocato nel ruolo abitualmente ricoperto in carriera: facile pensare a Rosaia, impiegato da play, ma che si trova più a suo agio nella distruzione del gioco piuttosto che nella costruzione. O alla stesso Dall’Oglio, che certamente non è stato tra i peggiori, ma non sembra avere il passo per fare la mezzala. In attesa di sviluppi sulla questione Maldonado, ad oggi questo reparto rischia di essere l’autentico punto debole della formazione etnea.