Ripescaggi, mente umana e fattore C: con cosa pensa chi decide del Calcio

Claudio Spagnolo

Introduzione

Ma con cosa ragiona, di preciso, l’uomo? È la domanda che mi frulla, vorrei tanto dire, per la testa. E lo direi pure. Se non fosse, appunto, che non è affatto scientificamente dimostrato che l’uomo ragioni con la testa. Ma stiamo ai fatti. Prendiamo un esemplare evoluto di homo sapiens, un esemplare a noi contemporaneo, per esempio l’ex commissario della Figc, Fabbricini. Fino a qualche settimana fa il medesimo – mentre stava ben incollato alla sua poltrona di massimo dirigente federale – si è battuto eroicamente, perfino a rischio di denunce e citazioni, affinché quest’anno la serie B si disputasse con un inedito ed estemporaneo formato a 19 squadre. Poi però, manco il tempo di alzarsi da quella poltrona, se ne è venuto fuori con una dichiarazione di altro tenore: affermando di aver sbagliato e ammettendo che sarebbe stato meglio lasciare la B a 22 squadre. Cioè con quello stesso formato che aveva appena finito di distruggere.