Ripescaggi, mente umana e fattore C: con cosa pensa chi decide del Calcio

Claudio Spagnolo

Pensare con i piedi

Mi auguro peraltro che, di tutta questa disputa scientifica, i giocatori del Catania non vengano messi a parte. Poiché, quanto a loro, preferirei piuttosto che imparassero che l’uomo – come ci insegna un bel libro di Osvaldo Soriano – è perfino capace di pensare con i piedi. E che dunque sviluppassero, in questa pausa forzata e non si sa quanto lunga da una competizione che a rigore non è ancora nemmeno certo quale sia, qualche idea di gioco in più di quelle mostrate nelle ultime partite. Qualche sprazzo di fantasia nella manovra d’attacco, qualche bella pensata che completi e arricchisca il nostro attuale arsenale, in cui fin qui abbiamo apprezzato soprattutto le palle inattive di Lodi o le fulminee verticalizzazioni di Angiulli, con il supporto del gran cuore di Biagianti e della coriacea solidità dei nostri centrali di difesa. Una manovra, quella del Catania, a cui forse manca ancora qualcosa che possa scardinare le difese avversarie, quando ci troveremo di fronte gente che si chiude e ci impedisce di giocare. Questo vorrei: un Catania capace di pensare di più con i piedi. Un Catania ancora più forte di quello che fin qui abbiamo visto. Poi, naturalmente, le partite si possono vincere in molti modi diversi. E se fra questi ci fosse, ogni tanto, anche una bella botta di culo, beh, in questo caso, stavolta, non me ne lamenterei…