Treni del gol, «Catania forte, no combine. Gup, decisione a settembre

Fonte: Goal.com - Getty
Marco Di Mauro

«Il Catania era abbastanza forte da vincere da solo, sul campo, senza combine». Ennesimo appuntamento col processo Treni del gol. Al tribunale di Catania, oggi, la seconda udienza della fase preliminare dedicata alle difese degli accusati: Fernando Arbotti, Pablo Cosentino, Piero Di Luzio, Daniele Delli Carri, Giovanni Impellizzeri. Chiesto il non luogo a procedere, per tutti. Slitta a settembre la decisione sul rinvio a giudizio da parte della giudice Francesca Cercone.

«L’indagine è stata frettolosa, manca dei dovuti accertamenti», tuona l’avvocato Cristofaro, che difende Fernando Arbotti. Quest’ultimo, secondo il pm, sarebbe stato il tramite con i calciatori avvicinati. «E allora, perché non sono stati intercettati anche i loro cellulari?», domanda il legale alla giudice. «Il pm sapeva che i contatti non ci sono stati – si risponde – Non c’è prova del contrario». E sul filotto di vittorie del Catania sostiene: «Tutto merito dei rossazzurri. Impensabile che i 10 mila euro pagati da Pulvirenti bastino per combinare una partita».

Pablo Cosentino, per l’accusa, è uno degli organizzatori. La sua posizione dovrebbe invece essere più marginale perché «era spesso a Buenos Aires – spiega il difensore dell’ex amministratore delegato – per curare gli interessi del Calcio Catania, in quanto ex procuratore». Impegni che lo avrebbero distratto tanto che, avrebbe appreso delle presunte combine solo dopo Latina-Catania, la terza delle sei gare oggetto dell’inchiesta. «Quando vide Pulvirenti battibeccare con Delli Carri, e chiese all’ex presidente la la natura del discorso», conclude il legale.

La difesa di Giovanni Impellizzeri – indicato come il finanziatore – si basa per larghi tratti su quella sostenuta dall’avvocato del patron Antonino Pulvirenti: insussistenza dell’associazione a delinquere, negazione del tentativo di combine e dell’efficacia delle stesse. «Impellizzeri è estraneo alla faccenda – aggiunge – Non è pensabile che la sua posizione economica fosse indispensabile per finanziare le combine». E sull’interessamento mostrato riguardo alle partite coinvolte: «Da semplice scommettitore, cercava informazioni per trarne vantaggio. Deplorevole, ma non è reato».

Il legale di Daniele Delli Carri – ex direttore sportivo, additato dal pm come organizzatore delle combine – mette in primo piano «vizi procedurali che impediscono a questo procedimento di andare avanti». Per questo motivo l’avvocato si rifiuta, davanti alla giudice Cercone, di entrare nel merito delle carte presentate dall’accusa. Polemizza sull’assenza in aula del pm e si limita a dire, a conclusione del suo intervento: «Si discute di un omicidio senza morto. Non c’è prova che la promessa di combine si sia realizzata».

Piero Di Luzio sarebbe stato il contatto tra Delli Carri e Arbotti. Insieme all’ex direttore sportivo del Catania è il personaggio più intercettato. «Ma non è un organizzatore, come gli altri – afferma l’avvocata che lo difende – La sua posizione è distinta e nella sua condotta non vi è alcun reato». Oltre che in merito al ruolo, che di Di Luzio avrebbe ricoperto dentro l’associazione delineata dal pm, la difesa chiede il non luogo a procedere «per la carenza di prove riguardo alle combine», accodandosi alla posizione degli altri avvocati difensori.

La prossima udienza si terrà a settembre. Slitta dunque a dopo le vacanze estive la decisione della giudice Cercone sulle richieste di rinvio a giudizio, che invece era attesa per luglio.