Un passato di scontri, feriti e divieti: questo derby non sia più dei violenti

Catania-Messina 2006/07 - Fonte: Repubblica.it
Marco Di Mauro

Tre feriti, tre arrestati e venticinque altre persone in stato di fermo. È il bollettino diffuso dalla polizia – numero più, numero meno – che viene letto in diretta nazionale, su Canale 5, al termine di Catania-Messina 2-2 della stagione 2006/07. Dieci anni dopo, domenica, i tifosi giallorossi hanno il via libera per tornare a partecipare insieme a quelli rossazzurri al derby che si giocherà nel pomeriggio al Massimino. La speranza è che, come accaduto per i più recenti derby col Palermo, entrambe le tifoserie diano prova di maturità e animino di colore e calore siciliani la partita.

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Catania-Messina 2006/07, uno dei feriti – Fonte: Repubblica.it

Quel 2-2, primo derby in serie A, fu la prova generale alla guerra che sarebbe scoppiata il 2 febbraio, nella quale perse la vita l’ispettore di polizia Filippo Raciti. Durante quel derby col Messina, a rimanere feriti – per fortuna lievemente – furono due agenti delle forze dell’ordine in servizio allo stadio. Vennero portati via in barella, verso l’ospedale Garibaldi. «Gli scontri sono proseguiti anche a fine partita – scrive Repubblica – quando la polizia ha lanciato lacrimogeni e i tifosi del Messina sono stati bloccati all’interno dello stadio».

A seguito di quanto scritto sul referto dall’arbitro dell’incontro, Stefano Farina (oggi designatore della Can-B), il giudice sportivo squalificò il Massimino per due turni, imponendo l’obbligo di disputa a porte chiuse per entrambe le gare. Il Catania era già stato diffidato, per responsabilità oggettiva, a seguito del comportamento tenuto dai propri sostenitori in occasione del derby giocato pochi giorni prima al Barbera di Palermo, contro i rosanero. La gara di ritorno, la prima che fa seguito al due febbraio, si gioca al San Filippo ma a porte chiuse.

Il Messina retrocede al termine di quel campionato, mentre il Catania riesce a ottenere la salvezza all’ultima giornata. Le due squadre non si incontrano più fino alla scorsa stagione, in Lega Pro. In entrambi gli incontri la trasferta viene vietata alla tifoseria ospite. Il Prefetto di Messina motiva la decisione parlando di gara caratterizzata «dall’altissimo profilo di rischio della competizione e dall’acerrima rivalità da tempo esistente tra le opposte tifoserie, sfociata in scontri anche con le forze dell’ordine». Passato circa un anno arriva il via libera alla trasferta del Massimino.

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Messina-Catania, porte chiuse e minuto di silenzio per ispettore Raciti – Goal.com

Il clima all’interno delle due tifoserie è così profondamente cambiato rispetto alle ultime valutazioni fatte dal prefetto di Messina? Dall’avvio della nuova stagione alcuni facinorosi, sia giallorossi che rossazzurri, sono stati protagonisti di episodi che hanno fatto scattare a loro carico il divieto di accesso alle manifestazioni sportive. Cinque, per esempio, sono stati i catanesi daspati per avere preso a sassate il pullman dei tifosi della Juve Stabia. Frange isolate che non rappresentano la maggioranza della tifoseria, ma che rispetto a quest’ultima fanno più rumore e più notizia.

Frange che la maggioranza dei tifosi, sia rossazzurri che giallorossi, come la stampa, le istituzioni, l’opinione pubblica, le società – tutte le cinque componenti sane del calcio – hanno la responsabilità di continuare a far restare isolate e provare a rieducare. Condannando, senza girare la testa e senza giri di parole, sia le minacce dette o scritte anche “per scherzo””, sia gli atti violenti, eclatanti ma anche piccoli. Come tutti i semi, pure quello della violenza è piccolo. Ed è facile sfugga di mano, cada sul terreno e generi frutti di morte. È bene ricordarlo.