Undici domande per Pulvirenti: Addio, confessione e “il 2 febbraio”

Claudio Spagnolo e Marco Di Mauro

«Inutile nascondere le ambizioni»: sono le parole, riportate qualche giorno fa dal quotidiano locale, di Davide Franco, ossia del presidente di Finaria: l’uomo che dovrà aprire o chiudere i cordoni della borsa con i cui denari, lo sappiamo, andrà allestito il Catania del prossimo anno. Tre parole semplici, due delle quali (“inutile” e “nascondere”) sono evidentemente sagge, sane, condivisibili. Mentre la terza (il complemento oggetto “ambizioni”, che precisa appunto ciò che non ha senso nascondere) è forse un po’ restrittiva. Poiché, tra le cose da non nascondere, non ci sono solo le ambizioni. Ma anche molte altre cose che si dovrebbero chiedere al Calcio Catania. E non necessariamente al dottor Franco.

Ci sarebbe un’occasione di cui approfittare. Nei prossimi giorni l’ancora proprietario del Catania, Antonino Pulvirenti, romperà il silenzio stampa cui s’era obbligato qualche anno fa, allo scoppio dei Treni del gol. Pulvirenti incontrerà i giornalisti di alcune testate a sua scelta. Un modo inconsueto di comunicare con la stampa. Ma che non rende meno attuali le domande che in questi anni di silenzio, di attese e di delusioni i tifosi si sono posti.

MondoCatania vi propon, a partire da oggi, le sue undici domande per Pulvirenti. Undici, tante quanti sono gli uomini che compongono una squadra di calcio. Undici, meno di una per ogni due mesi di silenzio del proprietario del Catania. Sono le domande che noi faremmo a Pulvirenti, se ne avessimo l’occasione. Insistendo su ciascuna di esse, nel caso qualcuna venisse elusa o fraintesa. Domande di un’intervista virtuale. Un’intervista che, probabilmente, resterà tale.

Le prime tre riguardano il periodo dello scandalo Treni del gol, l’inchiesta che ha segnato un prima e un dopo per la storia del Calcio Catania e per l’immagine pubblica di Pulvirenti. Periodo al quale fa riferimento l’intervista video sottostante, che precede le domande.

1- Aveva detto che Lei aveva chiuso definitivamente col calcio, che sarebbe uscito da questo mondo, che il Calcio Catania sarebbe stato venduto e che la trattativa sarebbe stata solo una questione di tempo. Cosa è andato storto?

2- In risposta a una domanda sulla sua confessione, riguardo al tentativo di combine delle partite oggetto di Treni del Gol, lei ha risposto: «A Catania non è semplice, chi conosce la piazza lo sa. Non scordiamoci cosa è successo a Catania qualche anno fa». Parole parse un riferimento al 2 febbraio e alla morte dell’ispettore Filippo Raciti. La pensa così ancora oggi?

3– In un primissimo momento la posizione espressa dalla sua difesa, riguardo alle accuse, è stata respingerle e confidare di potere chiarire il tutto. Poi è arrivata la confessione. Cosa le ha fatto cambiare idea e perché?