Catania deludente, sfortunato e contestato. Trapani 2°, Lecce quasi in B

Marco Di Mauro

Il Trapani espugna il Massimino e si prende tre punti e secondo posto, raggiungendo il Catania e avendo il vantaggio negli scontri diretti. Una notte di delusione per i 19mila del Massimino, che cullavano il sogno di vincere per portarsi a un punto da Lecce e riaprire la corsa alla promozione diretta. Invece, solo dopo l’1-0 di Palumbo, nella ripresa, la squadra di Lucarelli si scuote ma trova Furlan e il palo a opporsi ai suoi tentativi di recuperare il risultato. Nel finale, con gli etnei sbilanciati, il 2-0 di Marras e il rigore “beffa” che vale l’inutile 1-2 e apre la contestazione del pubblico.

A differenza di quanto recepito in settimana dai “bene informati”, Lucarelli conferma il 4-3-3 nonostante lo schieramento a 5, in mediana, del Trapani. Bogdan e Aya tornano al centro della difesa, Marchese prende il posto di Porcino a sinistra. Calori schiera Marras esterno, per cercare di tirarlo fuori dalla marcatura della retroguardia rossazzurra. In avanti si affida a Murano.

L’impatto visivo che trovano di fronte le due squadre, a inizio gara, è impressionante. Oltre 19mila presenti al Massimino: record di presenze stagionali in serie C. Entrambe le curve esaurite, circa 250 i tifosi provenienti da Trapani per un derby che vive delle ragioni di classifica ma anche sull’amicizia tra le due tifoserie. La curva Nord si tinge di rossazzurro: «Siamo la Nord, vogliamo vincere». La Sud: «Fino alla fine».

Il supporto canoro, a favore del Catania, è assordante da entrambe le curve. Ma il Trapani non pare soffrirne almeno quanto i rossazzurri non sembrano capaci di giovarsene. Al 14esimo la prima occasione capita proprio a favore degli ospiti. Pisseri deve sfoderare uno dei suoi interventi “meraviglia”. Colpo di testa di Murano, che svetta su Blondett e Aya, diretto in rete. Il portiere del Catania si oppone con un pugno, d’istinto. Lucarelli non è per niente soddisfatto, chiede più velocità ai suoi giocatori ma il dominio del gioco non si schioda dalle mani del Trapani.

I granata detengono il possesso palla e il controllo del centrocampo. Ad eccezione di qualche sortita offensiva rossazzurra, che però non porta a nessuna conclusione in porta. Al 29esimo ci riprova invece il Trapani, con Palumbo. Pisseri ancora una volta è costretto a usare i pugni per deviare il pallone, stavolta centrale e poco pericoloso. Ma nulla pare andare secondo i piani dell’allenatore del Catania, che vede davanti ai suoi occhi una partita che proprio non si sarebbe aspettato di vedere, così come, probabilmente, anche i tanti tifosi rossazzurri presenti. Applaude i suoi, invece, Calori.

A fine primo tempo i fischi del Massimino prendono il posto dei cori incessanti che avevano spronato i rossazzurri per tutti i 45′ iniziali. La gara non sta andando proprio come da attese. “Noi vogliamo vincere”, urla la curva Nord ai calciatori rossazzurri. L’avvio di ripresa è promettente, ma quando il Catania pare aver preso il piglio giusto, passa il Trapani. Azione insistita di Palumbo che colpisce due volte in area rossazzurra. Pisseri devia la prima conclusione, e la respinge. Il centrocampista trapanese riprende il pallone e calcia nuovamente. Pisseri tocca, ma non riesce ad allontanare la sfera, che finisce in rete. Esplodono la panchina del Trapani e il settore ospiti.

Dopo 3′ il Trapani raddoppia, ma il guardalinee segnala fuorigioco e il gol degli ospiti non viene convalidato. Protesta Calori. Ancora granata pericolosi su un’ingenuità di Marchese, che lancia il contropiede avversario. Al 56esimo il primo acuto del Catania. Furlan toglie dall’angolino la conclusione di Manneh, liberatosi in area dopo lo scambio stretto con Curiale. Prima conclusione in porta dei rossazzurri, vicinissimi al pareggio. Lucarelli, che prima della partita aveva chiesto ai senatori di vincere la gara, effettua la prima mossa dalla panchina: fuori Marchese e Mazzarani (due dei senatori), per Russotto e Porcino. Cambia anche il modulo, più offensivo.

Scocca l’ora di gioco e il Catania sfiora nuovamente il pareggio. Cross dalla destra di Russotto, stacco di testa in area di Curiale, pallone che finisce addosso alle gambe di Furlan, fortunato in questa occasione. A poco più di 15′ dalla fine, Di Grazia prende il posto di Manneh. Al 75esimo è il palo a dire di no a Russotto, che centra il legno con un tiro potente dalla distanza. Neanche la fortuna pare girare dal verso giusto, per i rossazzurri. Dentro Semenzato e Rizzo per Biagianti e Blondett a 12′ dalla fine. A 11′ dalla fine Furlan si oppone alla conclusione a giro di Barisic, deviandola a mano aperta lontano dalla porta.

Nulla da fare. Non sembra proprio essere la serata del Catania. Nei cinque minuti di recupero, Lucarelli chiama tutta la squadra in avanti, alla ricerca del gol della disperazione, che riaccenderebbe una seppur piccola speranza. Ma arriva invece il 2-0 del Trapani, in contropiede, con tap-in di Marras. La beffa più grande arriva a 1′ dalla fine, col rosso a Evacuo per fallo di mano in area e il rigore realizzato da Lodi, che segna quando ormai non conta più niente. L’arbitro fischia la fine dopo che il pallone entra in rete.

Tensione a fine gara, coi giocatori delle due squadre che si beccano. Alla fine, però esultano il Trapani e il Lecce. I granata raggiungono il Catania in classifica e col favore degli scontri diretti si prendono il secondo posto. Il Lecce si mantiene a più quattro dalle due inseguitrici e sa che battendo la Paganese in casa, il prossimo turno, sarebbe già promosso in serie B con anticipo. Grande delusione per i tifosi del Catania. Molti abbandonano lo stadio anzitempo. Tanti, tra i rimasti, fischiano. Quel che hanno visto, almeno per i primi 60′, non è stato all’altezza di quanto atteso e quanto avrebbero meritato.