Catania, esaurito bonus sconfitte fissato da Lucarelli. Scricchiolano le certezze

Fonte: CalcioCatania.it
Fabio Di Stefano

Forse non si può parlare di crisi, ma di certo per il Catania non è proprio un momento felice. Dopo la prima sconfitta interna, subita per mano della Sicula Leonzio, i rossazzurri perdono con la Reggina la seconda gara esterna della stagione, la terza complessiva. Considerando che Lucarelli ha fissato in tre come tetto massimo di sconfitte stagionali, si direbbe che il Catania ha già esaurito il suo bonus di stop in campionato. E non siamo nemmeno a un terzo del cammino.

Orfano di Lodi, l’allenatore schiera Biagianti in cabina di regia che, seppur con caratteristiche diverse, non fa rimpiangere il compagno di squadra. Il Catania della prima frazione di gioco tiene fede alle promesse fatte nella settimana post Leonzio. La sconfitta della scorsa partita doveva essere solo un episodio, un calo di concentrazione da non ripetere. La metà campo della Reggina viene subito presa d’assedio dai rossazzurri che collezionano palle gol una dopo l’altra e non accusano più di tanto il gol dell’immeritato svantaggio. Il ritmo di gioco resta alto e alla fine del primo tempo arriva il meritato pareggio. Nel secondo tempo, tuttavia, la grinta rossazzurra sparisce.
Ma qualcosa di diverso c’è anche nella tattica, rispetto al Catania di due settimane fa. A cominciare dalla perduta solidità difensiva. Se prima ai rossazzurri bastava un gol per vincere le partite, adesso non è più così. Due reti subite nelle prime otto partite di campionato, quattro nelle restanti due. Aya, uno dei migliori rossazzurri di inizio stagione, è apparso in evidente difficoltà nelle ultime due uscite. Lo stesso Pisseri non è sembrato irreprensibile nella partita contro la Sicula Leonzio. I numeri, evidenti, testimoniamo come la difesa del Catania non è più insuperabile come prima, tanto da aver perso in due giornate il primato italiano e poi quello nel suo stesso girone.
Non vanno meglio le cose in avanti. Non che prima i bomber del Catania facessero sfracelli, ma adesso la scarsa vena realizzativa di chi a suon di reti doveva trascinare il Catania, inizia a preoccupare. Anche ieri Curiale ha fallito due gol quasi fatti quando il punteggio era fissato sullo 0-0. Gol che a fine partita sono risultati determinanti per la sconfitta degli etnei. E non si può certo pensare che sia sempre Russotto a risolvere le gare da solo. Persa la solidità difensiva, nelle ultime due partite di campionato il Catania ha scoperto che segnare un solo gol a partita non basta sempre a nascondere tutti i problemi, né può risolverli.
L’aspetto più preoccupante della sconfitta di Reggio è però il nervosismo che nella testa dei rossazzurri è parso crescere durante il corso della partita, col susseguirsi delle occasioni mancate e dell’allontanarsi del traguardo vittoria, definitivamente sfumato al 95esimo. Un nervosismo esploso già sabato scorso – come dimostra l’espulsione di Bucolo a fine gara – che rappresenta il legame più preoccupante con la sconfitta contro la Leonzio. E che forse è riconducibile a quella tabella di marcia affissa da Lucarelli nello spogliatoio, che lo stesso tecnico ha spiegato avere la funzione di scandire il cammino verso la vetta del campionato e la promozione diretta in serie B. Ma è altrettanto vero che i problemi di una squadra non possano solo dipendere da una tabella affissa nei muri di uno spogliatoio che ha la sola funzione di spronare il gruppo a dare il massimo partita dopo partita.
È però indubbio che la squadra in questo momento non riesce a tenere un ritmo da prima della classe. Tanto da avere già esaurito il bonus di tre partite “storte” previste e concesse dal tecnico. E che forse, per questo, è afflitta da un comprensibile nervosismo. Un nervosismo che finora non si era visto e che suona come il campanello d’allarme che preoccupa più di qualsiasi risultato o prestazione. Perché alla base di ogni risultato e prestazione, c’è la convinzione del gruppo di potere essere all’altezza delle aspettative e del primato. Mentre le due sconfitte di fila paiono avere in qualche modo intaccato quella che pareva una certezza incrollabile. Tanto da spingere Lucarelli, nel dopo partita, a tirar fuori la parola play off.