Così vicini e mai così lontani: il Catania, i suoi tifosi e la favola dei play off

fonte: torredelgrifovillage.com
Marco Di Mauro

È in momenti come questo, quando tutto pare irrimediabilmente rivolto al peggio, che nelle favole accade un qualcosa di inatteso che stravolge il destino dei protagonisti, sbigottisce gli spettatori e porta all’immancabile lieto fine. A sei giornate dal termine della stagione – messa da canto la matematica – la sola speranza di guerreggiare ai play off rimasta al Calcio Catania pare essere questa. Credere che, qualificandosi agli spareggi, tutti i difetti e le mancanze mostrate dalla squadra possano smaterializzarsi all’improvviso. Che nessuna delle tante cadute avvenute durante il percorso abbia lasciato acciacchi o cicatrici, al gruppo o ai singoli. Che i guai economici, dai quali la dirigenza sta cercando di tirar fuori la società, smettano di essere una plausibile distrazione quotidiana dal solo pensare alla partita, all’obiettivo, al futuro prospettato.

Incassato il quinto ko di fila, i commenti che provengono dai tesserati del Catania mostrano quanto sia ancora viva, in ognuno di loro, la convinzione di esser protagonisti di una favola. Che se le cose non vanno come dovrebbero, sia in parte colpa della sfiga. Che col tempo la fortuna girerà e anche i problemi si risolveranno. E che l’ormai poco tempo concesso dal torneo basti a far ciò. Solo che i risultati calcistici di questa convinzione fiabesca, appaiono, almeno a tanti che li guardano da fuori, molto simili a una resa anticipata. Un destino prevedibile, che non sembra frutto della sfortuna bastarda. Tutt’altro, pare la somma di una sfilza di errori che, se è umano commettere, ed è pure possibile perdonare, nascondere può rendere un tormento infinito. Secondo Biagianti è pure quello dello spogliatoio. Di certo, c’è quello più cruento che i tifosi vivono già da troppo tempo.

Da quando, sesta, è man mano scivolata fuori dalle prime dieci posizioni, la squadra è comunque rimasta sempre a un passo dai play off. Vicina, ma tuttavia mai così lontana. Dopo esser stato per lungo tempo tra le prime dieci, adesso che ne è uscito, il gruppo dà l’impressione di non essere in grado di ritornarci. Da cinque gare è immobile, a 39 punti. Un tormento spietato ma meritato sul campo, a differenza di quello inflitto ai tifosi. Che da quattro anni vengono illusi, delusi e addirittura accusati d’essere parte delle ragioni dell’insuccesso della squadra e delle difficoltà del club. È così che, se l’undicesimo posto non è ancora una condanna definitiva, per via della matematica, questo finale di stagione rischia di avere conseguenze ben più gravose di un obiettivo mancato e ben più durature del ricordo di una stagione deludente. Per evitarle il tempo c’è e i modi proposti sono almeno due.

Il primo, quello adottato e difeso dal club, è credere fermamente – e pretendere che tutti credano fermamente, pena la scomunica – che la soluzione sia centrare i play off. L’obiettivo era dapprincipio il posizionamento al quinto posto, ridimensionato poi al sesto, e infine al solo raggiungimento di una qualsiasi delle prime dieci posizioni, in anticipo o in extremis poco importa. E fatto ciò «sarà un altro campionato» – parole ascoltate e riascoltate –, che potrebbe portare anche alla conquista della serie B, come lietissimo fine della favola. L’altro modo è quello di tanti tifosi rossazzurri che più o meno quattro anni fa hanno smesso di credere alle favole, e pure al narratore. E che oggi pensano che i play off siano questo: l’ennesima favola. Raccontata, come già accaduto in passato, per nascondere piccoli e grandi problemi, alcuni noti altri no, della quotidianità del Catania, sia in campo che fuori.

La distanza che c’è oggi tra la squadra e i play off, numericamente, appare poca cosa. Invece, calcisticamente, è tanto vasta quanto è simile a quella che c’è tra il Calcio Catania e parecchia della sua gente. Anch’essa vicina, eppure mai così lontana. Dimostrazione lampante sarà la cornice spoglia in cui, mercoledì prossimo, al Massimino si giocherà una gara importante per i play off. Quella contro la Virtus Francavilla. Un messaggio lanciato da chi crede che il modo giusto per costruire il futuro non possa comprendere “aspettare che risultati facciano dimenticare i problemi”, e ripetere l’operazione quando i problemi, come accaduto anche in questa stagione, ritorneranno. Ma sia iniziare con l’ammettere le responsabilità degli errori, a ogni livello. Discuterne, prendere provvedimenti per risolverli. Così da chiudere col passato – in un modo o nell’altro –, riavvicinare la gente e coltivare, allora sì, la convinzione che una nuova favola possa iniziare per il Catania, che da sempre appartiene solo alla sua gente.