Lo Monaco, Lucarelli e il Catania da serie B. Tra campo e calciomercato

Fonte: CalcioCatania.it
Redazione

MASCALUCIA – A Torre del Grifo è il giorno della presentazione ufficiale di Cristiano Lucarelli. Il nuovo allenatore del Calcio Catania, che succede a Giovanni Pulvirenti sulla panchina rossazzurra, ha firmato a giugno un contratto biennale. Con inizio fissato alle 15.30, MondoCatania  segue la prima conferenza stampa della nuova stagione. Prevista la presentazione di Lucarelli e dello staff tecnico che lo affiancherà. Di seguito, in diretta, la trascrizione degli interventi dei protagonisti.

[Conferenza terminata]

Pietro Lo Monaco, addì Calcio Catania: «Il nuovo tecnico è la prima pietra di una casa che speriamo ci possa portare al salto di categoria. È alla nostra portata, quest’anno. Mentre negli ultimi anni il Catania ha dovuto sopportare l’onta di punti di penalizzazione, che l’hanno fatta partire in maniera disagiata. Stavolta non dovrebbe essere così. Lucarelli è il nuovo allenatore del Catania. Dal primo momento abbiamo puntato su di lui e velocemente abbiamo raggiunto una intesa. Anche se l’ufficialità è venuta fuori tempo dopo, per motivi contingenti alla stagione che si chiude il 30 giugno. Per cui, prima di quella data, ogni tesserato appartiene alla squadra che lo aveva con sé la stagione precedente».

«Avevamo detto sin da subito che il nostro nuovo tecnico sarebbe stato giovane, ma con esperienza e voglia di arrivare. Così è stato. Pensiamo che Lucarelli abbia le qualità per soddisfare questi nostri requisiti che pensiamo siano alla base della conduzione di una squadra. Non ci nascondiamo dietro un dito, noi vogliamo provare a far il salto di categoria. Questo non significa che faremo il salto di categoria, non sta scritto in nessun posto. Non c’è traguardo che non vada raggiunto con sofferenza. Ma noi saremo lì e ce la giocheremo. Nella nostra testa, nei nostri cuori e nei nostri pensieri c’è la voglia di andare avanti.

«Conticchio, Onarati, Vanigli compongono lo staff di Lucarelli. In più abbiamo Bartali come preparatore atletico, e Colombino. Poi abbiamo anche il match analyst. Abbiamo uno staff abbastanza omogeneo e vario per quel che sono le caratteristiche. Sono certo che daranno il supporto giusto a Lucarelli per l’annata che ci apprestiamo ad affrontare. Nello staff medico c’è l’ortopedico Russo, i medici Scudero, Guagliardo e Puglisi. Poi avremo i dottori ai quali sono affidati i muscoli dei nostri atleti, una triade da tempo con noi, Turi Libra e Carmelo Cotroneo, e il fisioterapista. Lo giudico uno staff capace di interagire ed esprimere lavoro. Ai nostri livelli, poche squadre possono contare su professionisti di questo calibro».

«Il Catania è tornato, con la sua struttura e col suo modo di essere e intendere le cose. Ho sempre sostenuto il discorso della cinque componenti, che devono ruotare tutte nella maniera giusta per far sì che tutto vada bene. I calciatori, gli allenatori, i tifosi che sono l’anima e il corpo trainante, i media e la stampa, la società. Una società che deve essere un riferimento, un collante e ha ruoli di coordinamento. Non sempre è facile, ci si scontra con opinioni diversi. Durante l’anno abbiamo avuto qualche momento acceso e divergenze di modo di vedere che è sempre giusto e salutare provare a fare rientrare. I giornalisti devono essere autorizzati, non ci si può inventare giornalisti».

Cristiano Lucarelli, allenatore Calcio Catania: «Ringrazio anzitutto per la partecipazione a questa conferenza. Abbiamo accettato questa bella e intrigante possibilità con tanto entusiasmo. Siamo stati accolti bene dall’ambiente, con tanto entusiasmo. Il campo è sovrano, e in ogni modo cercheremo di lottare fino alla fine per l’obiettivo che questa piazza merita. A me non piace fare proclami, ma faremo di tutto per essere tra le squadre di alta classifica».

«A Messina abbiamo vissuto un’annata piena di vicissitudini. Dopo anni di gavetta volevamo fare il salto di categoria o andare in una piazza che dal punto di vista motivazionale potesse darci il massimo. Catania ha come scoglio più difficile andar via da questa categoria. Io le scelte nella mia vita le ho sempre fatte al contrario. Questa scelta è molto intrigante proprio perché presenta molte difficoltà. Io nelle difficoltà mi sono molto esaltato. Quando parlo di difficoltà non parlo di soldi, ma di squadre che in certe categorie soffrono perché hanno potenzialità di categoria superiore».

«Partiremo col 3-5-2 ma non sono un integralista. Cerco l’abito migliore da far indossare alla squadra per massimizzarne le potenzialità. Questo modulo pare adatto alle caratteristiche dei calciatori che abbiamo e di quelli che stiamo cercando. Ho utilizzato anche il 4-3-3, mentre a Messina avevamo trovato un equilibrio col 4-3-1-2. Un allenatore deve conoscere bene tutti i moduli per fare bene questo mestiere. Inizieremo a lavorare dal 3-5-2 ma siamo nelle condizioni di cambiare qualora non trovassimo l’equilibrio determinante nel calcio».

«So ascoltare e confrontarmi. Non mi chiudo a riccio davanti a pareri o idee di persone che lavorano fianco a fianco con me. Cerco sempre di trovare qualcosa di buono in quel che mi viene detto. Il ruolo di leader mi pesa zero, lo ero già a 18 mesi come dice la mia mamma. Io sono me stesso. Sia da calciatore che da allenatore mi è sempre stata riconosciuta questa capacità, di avere un carattere che si fa sentire. È un peso per chi recita, io sono me stesso e non mi pesa».

«Voglio ferocia nell’andare a recuperare palla. Nel più breve tempo possibile e nella zona più alta del campo. Si difende in undici e in attacco il nostro obiettivo sarà portare in area avversaria almeno 5-6 effettivi. Servono calciatori di gamba e ritmo. In questa categoria anche un avversario scarso tecnicamente ti può mettere in difficoltà dal punto di vista agonistico. Importa la mentalità più del modulo».

«È importante avere a disposizione il 70 per cento dei giocatori a disposizione per il ritiro. Sarebbe bello avere tutti a disposizione ma il calciomercato chiude a fine agosto e so bene che certi giocatori che oggi sono inarrivabili, con l’andare del tempo possono rivedere le loro posizioni».

«All’interno dello spogliatoio deve esistere solo il Calcio Catania. Non devono esistere personalismi. Il Catania è una squadra molto seguita. Dal di fuori ho avuto la sensazione che non tutte, delle 5 componenti, andassero nella stessa direzione. Ho giocato in piazze calde e sono cresciuto in curva, e non mi ricordo nessuna squadra che abbia ottenuto risultati lavorando in un clima non costruttivo. Spero di potere contribuire, col mio lavoro, a creare un ambiente protetto. Ogni domenica troveremo le squadre nostre avversarie che faranno contro di noi la partita della vita. Il Catania resta la squadra da battere, quella contro la quale tutti vogliono fare bella figura. Avremo tanti nemici, almeno tra noi dovremo creare un ambiente protetto. La maglia per molti di loro è pesante, se la si continua ad appesantire il rendimento della squadra può andare al di sotto delle aspettative come la scorsa stagione. Spero di potere essere la persona che fa da tramite per riunire le componenti».

«Dai miei calciatori voglio lealtà e crampi a fine partita. Avverto la responsabilità del progetto, ma fino a un certo punto. Sono certo che se si fa tutto quello che si deve fare, i risultati arriveranno. Affronteremo squadre come Trapani, Matera, Lecce che stanno dando continuità tecnica al loro progetto. Sono le squadre che probabilmente, nei pronostici, possono partire davanti a noi. Ma questo non ci deve né spaventare né offendere. Anzi, se la responsabilità se la prendono un po’ gli altri, noi riusciremo a lavorare anche meglio. Poi i conti li faremo alla fine».

«Lodi va rimesso a posto fisicamente. Ha alle spalle una lunga inattività che va gestita. Dal punto di vista fisico e morale, speriamo di portarlo ai livelli che tutti conosciamo. Per il discorso generale, credo che l’errore più grosso che si possa fare è quello di pensare che Lodi da solo ci farà vincere le partite. Ognuno dei nostri calciatori, mentalmente, deve avere la fame e la voglia di essere protagonista in quella partita. Lodi darà certamente il suo contributo, una volta che verrà recuperato fisicamente è un gran lusso per questa categoria».

Pietro Lo Monaco: «Cerchiamo un attaccante che sia in grado, in qualche modo, di garantire un bottino di gol sufficienti per il raggiungimento del nostro obiettivo. Non possiamo combattere contro le ipotesi che possono verificarsi. Quando prendi un attaccante che è abituato a fare gol, non possiamo prevedere quale sarà la resa o meno né mi va da etichettare come pesante la maglia del Catania. Un attaccante che si rispetti, non bada alla maglia pesante o no. Riferendomi a Pozzebon, al di là di quello che ha fatto vedere contro di noi al Massimino, se andiamo a guardare il suo curriculum non è mai stato un grandissimo cannoniere. Ha fatto anche l’esterno destro. Ha una grande struttura fisica ma in doppia cifra è andato solo a Lucca e a Messina. Tutta questo grande curriculum in fatto di gol non ce l’ha. Rimarcherei invece il discorso di Calil, Russotto che in carriera hanno sempre fatto tanti gol. Paolucci, che da noi non ha mantenuto fede alle aspettative. Credo che tutti loro abbiamo sentito pesante non la maglia ma la penalità. La squadra deve anche mettere l’attaccante nelle condizioni di battere a rete».

Cristiano Lucarelli: «La nostra intenzione è avere almeno due giocatori per ogni ruolo, in modo di avere degli allenamenti allenanti davvero nel corso della settimana».

Pietro Lo Monaco: «Il risanamento del Catania, una volta raggiunto, sarà da guinness dei primati. Ho preso lo scorso anno un club quasi fallito. A distanza di un anno il Catania è tornato».

Cristiano Lucarelli: «Non ho chiesto nessun calciatore del Messina e mi auguro possa risolvere i suoi problemi per l’affetto che mi lega a quell’ambiente. Con i direttori siamo d’accordo sulle caratteristiche che servono per il gioco che abbiamo in mente. Spetta a loro trovare questi calciatori. Per Anastasi e Da Silva, dal mio punto di vista fanno parte del nostro progetto. In sede di mercato possono venir fuori situazioni vantaggiose che possono portare a qualche rinuncia».

Pietro Lo Monaco: «Il Catania ha fatto tutto quello che serve per l’iscrizione. Abbiamo fatto tante transazioni, che sono realtà. Finora abbiamo pagato tutti le transazioni accordate, le ha pagate la proprietà. Noi stiamo procedendo. Non esiste rilancio senza risanamento. Il risanamento è alla base di tutto. Stiamo procedendo nell’opera di risanamento della società. Il disavanzo, da -17 è a -9.8 milioni. Essere riusciti in questo, e intanto levato anche altri debiti che miglioreranno il prossimo bilancio, fa parte di un percorso che stiamo facendo perché si è voluto non fare fallire il Catania. Stiamo procedendo. Abbiamo riacquistato credibilità anche con le banche. Il Catania è tornato, adesso dobbiamo rilanciare il progetto tecnico. Vincere però non è mai facile».

«Sappiamo che tutti ci aspetteranno come la squadra da battere. Il Foggia è risalito dopo 20 anni, il Lecce prova a risalire da 7 anni. Non è scritto da nessuna parte che il Catania vada a Melfi e sia sicuro di vincere. Bisogna che questa mentalità torni a essere nostra. La serie A fa parte di altri tempi. Adesso siamo a languire in una categoria che nessuno si sente addosso. Per uscirne bisogna scendere al livello di questa categoria, adeguarsi e combattere nella maniera giusta. Anche i tifosi e gli addetti ai lavori devono farlo. Mi aspetto che la nostra gente si stringa attorno alla squadra nel percorso che deve portarci al raggiungimento di un traguardo che deve essere obiettivo da parte di tutti».

«La campagna abbonamenti parte il 13 di luglio. Il ritiro a Torre del Grifo parte il 14 di luglio con l’arrivo dei primi calciatori per le visite mediche. Ad Agosto ci sarà al Massimino l’amichevole tra il Milan e il Betis Siviglia. Bravo Montella che ha scelto Catania come location. Mi auguro che la città risponda con forza».

Cristiano Lucarelli : «Al momento di scegliere il Catania erano più i contro che i pro. Ma ho scelto Catania perché amo il casino e i rischi, che per me sono piaceri».

Pietro Lo Monaco: «Da Silva rimane al Catania. Il Parma ha chiamato, ma non per Da Silva. Credo che voci diverse siano state messe in giro forse dal suo procuratore. Il centrocampista rimane a Catania. Daremo due ragazzini, un ’98 e un ’99 in Lega Pro, in prestito».

«Sono le difficoltà che aguzzano l’ingegno delle persone. L’esperienza fatta a Messina credo che per Lucarelli sia stata parecchio formativa. Ha dovuto fare parecchie cose che poco hanno a che vedere col mestiere di allenatore. È riuscito a far ragionare tutti i ragazzi in un’unica direzione, tralasciando le difficoltà di gestione della società. Da Catania sono passati tanti allenatori, e mai per caso.