«Distruggere il Siena e andare a Pescara». Dal Nord al seguito del Catania

Marco Di Mauro

Non è andata come poteva, come sarebbe stato meglio andasse. Il Catania perde l’andata della semifinale contro il Siena. Una papera di Pisseri, alla quale segue il colpo di testa di Marotta, valgono il successo per i padroni di casa. C’è delusione tra i tifosi rossazzurri che hanno seguito la squadra all’Artemio Franchi: «Ci sentiamo derubati, ma al ritorno ribalteremo il risultato», racconta a MondoCatania Andrea, che da non residente in Sicilia ha potuto essere presente stante il divieto di trasferta.

Erano circa 150 i cuori di fede rossazzurra nel settore ospiti dello stadio di Siena. Molti dei quali, come Andrea, che da qualche anno abita e risiede a Bologna, avevano già partecipato alla prima uscita del Catania nei playoff, a Salò. «Anche in quell’occasione avevamo creato tanto ma concretizzato poco, però eravamo riusciti a pareggiare». Stavolta, nonostante gli sforzi dei calciatori non siano mancati, è arrivata la sconfitta. «Il Siena ha segnato su un nostro errore, ma se avessimo segnato nell’azione precedente al loro gol, la partita sarebbe cambiata».

Lo sbaglio di Mazzarani, che ha ricordato quello di “Bobo Vieri” contro la Corea ai mondiali, pesa come quelli di Russotto, di Barisic e infine – a tempo scaduto – di Curiale. «Davvero un peccato, perché ai calciatori c’è poco da rimproverare in quanto a impegno – aggiunge Andrea – È mancata però la profondità in attacco, oltre a un rigore netto su Russotto». Vibranti, sul contatto in area che ha coinvolto l’attaccante etneo, sono state le proteste dell’allenatore e della squadra. L’arbitro Robilotta, tuttavia, non ha ravvisato il fallo e ha fatto continuare la gara, terminata al 94esimo.

«Catania, fino alla fine», urlava il settore ospiti. La sconfitta arriva ma non piega le speranze dei tifosi, anzi. «A Catania li distruggiamo – mette in chiaro Andrea – Abbiamo battuto la FeralpiSalò che rispetto a questo Siena, almeno aveva un gioco». Fiducia, insomma, ce n’è tanta. Soprattutto nell’effetto del Massimino domenica sera, per la decisiva sfida di ritorno: «A Siena erano in 4mila sugli spalti, al Massimino saranno cinque volte di più». L’uso della terza persona lascia trapelare un po’ di rammarico. «Purtroppo non potremo esserci, costerebbe troppo. Passiamo il testimone ai nostri fratelli che abitano a Catania».

Dove i tifosi di Catania non sono potuti arrivare, sono arrivati quelli del Nord Italia. Chi da Bolzano, Bologna, Milano, Varese e non solo. «Abbiamo un gruppo Whatsapp nel quale ci organizziamo per seguire le trasferte». A Siena hanno organizzato anche una coreografia, dopo quella messa su a Salò. Una serie di strisce rossazzurre che hanno colorato il settore ospiti. «Abbiamo fatto un colletta per comprare il materiale. Anche questo – aggiunge Andrea – è un modo per dimostrare il nostro attaccamento alla maglia».

Mancavano invece i tifosi rossazzurri siciliani, per via del divieto di trasferta imposto dalle autorità. «Una presa in giro per tutta la città. Per quattro stupidi che hanno fatto quel che hanno fatto – commenta – è ingiusto penalizzare un’intera tifoseria. Anche a Siena abbiamo dato prova di civiltà. Siamo arrivati, abbiamo cantato i nostri cori e finita la partita siamo andati via». La speranza adesso, è che il Catania possa regalare ai suoi tifosi un’altra trasferta, la più importante, da vivere tutti insieme però. Andrea non vede l’ora: «Noi siamo già a Pescara, ma i nostri avversari non lo sanno».