Gli errori di Lucarelli e quelli del club. Il Catania ora cerca un tecnico esperto

Fonte: EuroSport
Davide Villaggio

L’incredibile débâcle o meglio manita subita dal Catania in terra pugliese apre, inevitabilmente, nuovi scenari. Lucarelli ha la valigia pronta. Il suo esonero sembra questione ormai imminente, nonostante lunedì abbia diretto il primo allenamento della settimana di ritiro a Torre del Grifo. Ma un suo eventuale allontanamento dalla panchina del Catania che futuro potrebbe prefigurare per il Catania, secondo in classifica e con la prospettiva di giocarsi la B ai playoff?  

A dodici giornate dalla fine del campionato è chiaro che la scelte di esonerare Lucarelli ha dei pro e dei contro, tanto da dividere anche la tifoseria. È vero che il tecnico ha fallito l’obiettivo primo posto. Ma è altrettanto vero che il Lecce stia tenendo un ritmo forsennato, e che il Catania è comunque secondo in classifica. Posizione che lascia aperta la possibilità di entrare ai play off da un ingresso privilegiato, che affaccia sulla serie B.

Ma è forse proprio la prospettiva di giocare gli spareggi con Lucarelli in panchina ad avere spinto la società a lunghe considerazioni, non limitate al 5-0 rimediato a Monopoli, comprensive dell’intera storia di Lucarelli a Catania. Dopo un’avvio balbettante, il tecnico livornese ha inanellato una serie di vittorie consecutive che hanno proiettato i rossazzurri a pochi punti dalla vetta del campionato, e creato un’euforia data che a Catania non si respirava da tempo. Data, soprattutto, dalla capacità mostrata dal club di sapere finalmente concretizzare la programmazione d’inizio anno. Come non accadeva dalla penultima stagione in serie A.

Le premesse sembravano esserci tutte. Strada facendo però sono arrivate delle sconfitte inaspettate, contro delle squadre tutt’altro che imbattibili. Intoppi imprevisti che hanno scompaginato i piani del tecnico (che aveva fissato in 3-4 il massimo di sconfitte stagionali accettabili), staccato il Catania dal primo posto e hanno iniziato a creare il malcontento della piazza per le stesse ragioni per cui s’era creato nelle stagioni passate. Il che, al club, non ha certo fatto piacere. La discontinuità nei risultati, soprattutto al Massimino, alcune scelte di formazione apparse scellerate (proprio nelle partite decisive per rimarginare le distanze dal Lecce), e non ultimo, i rimproveri rivolti a una parte della tifoseria dopo la partita col Cosenza, hanno aperto la crisi nel rapporto tra Lucarelli, club e tifosi.

E’chiaro che, sfumata realisticamente la possibilità di raggiungere il Lecce, non è tanto nella capacità di Lucarelli a difendere il secondo posto quanto nella sua capacità di gestire gli spareggi che affondano le perplessità più ragionevoli di club e tifosi. La fragilità sistematica mostrata dalla squadra nell’affrontare caratterialmente e tatticamente le gare decisive, in particolar modo quelle interne, è poco rincuorante se messa davanti alla prospettiva di iniziare gli spareggi in gara secca davanti al pubblico del Massimino. E non c’è alcun indizio che lasci sperare, come invece accaduto col mal di trasferta, che il tecnico possa riuscire a risolvere in tre mesi ciò di cui non è riuscito a venire a capo finora.

Quindi il club valuta dei profili che, a differenza del tecnico livornese, abbiano una certa esperienza a gestire e trasformare in sprone le pressioni di piazze particolarmente calde e di obiettivi importanti come una promozione in serie B. C’avrebbe potuto pensare prima? Per diverse ragioni, anche di budget, in estate il club ha scommesso su Lucarelli anziché puntare su un tecnico esperto di salti di categoria. Oggi pare dover ammettere essere stato un errore, ma il budget a disposizione pare essere lo stesso (anche meno se Lucarelli, da esonerato, resterà a libro paga) e tra l’altro, il nuovo arrivato, avrà una pressione in più da gestire: fare meglio del suo predecessore.

Il tempo dei bilanci si sposa inevitabilmente con l’imperativo del Catania, quello di dare una svolta al rendimento interno, vincere le 11 partite di campionato che restano, e prepararsi ai play off con più certezze che dubbi. Il club è nelle condizioni di poter correggere i propri errori e mettere la squadra nelle mani di un tecnico esperto e già vincitore in questa categoria? Domande alla quale dovranno dare risposta anzitutto il patron Antonino Pulvirenti, e a ruota l’a.d. Pietro Lo Monaco e il direttore sportivo Argurio. La piazza si aspetta un segnale forte, non ne può più di stagioni “mezze giuste” o “mezze sbagliate”. Non ne può più degli errori dei giocatori, del tecnico, ma a monte della dirigenza che tecnico e giocatori ha obbligo e responsabilità di sceglierli in modo da centrare gli obiettivi.