Il calcio d’angolo, la barriera e la specie umana: aspettando un Catania migliore

Claudio Spagnolo

Bandierina provvidenziale

Se poi un essere fragile, come è fragile l’uomo, gioca pure nel Siracusa, non ne parliamo. Gli abitanti di quella meravigliosa città hanno saputo regalarci splendori come il barocco di Ortigia, miracoli come l’Orecchio di Dionisio, poesie come gli idilli di Teocrito, ma non sembrano aver chiaro che sul calcio d’angolo la cosa più importante da fare è mettere l’uomo sul primo palo per consentire al portiere di piazzarsi a uscire sul prevedibile cross alto. Misterioso accecamento della mente umana che ha in sé, di certo, qualcosa di provvidenziale: perché, se i nostri avversari non si fossero temporaneamente rimbambiniti in quel modo, essi avrebbero con ogni probabilità, mercoledì sera, colto un ben meritato pareggio ed evitato di subire a pochi minuti dalla fine il gol di rapina che porta la firma di Biagianti.