Il Catania non è all’altezza dei propri tifosi. Ma la palla è tonda e… chissà

Ettore Attanasio e Marco Di Mauro

Introduzione

Una squadra non all’altezza del proprio pubblico. È la sensazione che accomuna tante voci all’uscita dell’Angelo Massimino. Fin troppe per non credere che sia in buona parte proprio così. Ad assistere alla partita contro il Trapani, mercoledì sera, nonostante le difficoltà dovute a giorno e orario, c’erano poco meno di 20mila tifosi: 19mila e passa catanesi e circa 300, non meno indomiti, trapanesi. Atmosfera che riporta a tempi ancor migliori di quelli della serie A, quando lo stadio riusciva a riempirsi così tanto quasi solo in concomitanza con le sfide di cartello, e nel dato finale sul numero di spettatori non veniva distinta l’aggiunta non sempre gradita di centinaia e centinaia di tifosi “delle big” in ogni settore. Mercoledì sera, invece, tutti i tifosi presenti erano lì per il Catania. E il Catania ha risposto assente, tradendo per l’ennesima volta le aspettative dei suoi tifosi, che forse sarebbe meglio chiamare sogni. Perché in fondo, la squadra altro non ha fatto che mostrare tutti i propri limiti – già mostrati in campionato – nel momento in cui l’obiettivo serie B si faceva alla portata. Di contro, il Trapani ha confermato di essere avversario in tutto e per tutto superiore, fatta eccezione per lo stordimento, lungo una decina di minuti, che è costato al Trapani la perdita di un’ipoteca sicura sul passaggio del turno, Mentre è valso ai tifosi del Catania altri 90 minuti di sogni, nella speranza che la squadra, per magia o fortuna, riesca in quel che con le proprie forza pare incapace di ottenere: andare avanti nei play off e strappare, in quale modo, la promozione in serie B.

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