Il Catania non è all’altezza dei propri tifosi. Ma la palla è tonda e… chissà

Ettore Attanasio e Marco Di Mauro

La carica dei tifosi non basta

Eppure la carica dei quasi 20mila del Massimino è stata costante. Persino le due curve, in certi momenti, hanno duettato come non accadeva da tempo immemorabile. Vedere la curva Sud piena in ogni ordine di posto, così come la tribuna B – che di solito lasciano sempre qualche spazio vuoto se non molti di più – fa una certa sensazione. Specie ricordando la desolazione vista nelle ultime sfide interne di campionato. Questo, unito alle lunghe code ai botteghini, le chiacchiere tornate in prima pagina nei bar e nelle piazze, davano già prima della partita la misura dell’attesa di questa sfida e delle aspettative risollevate – nel cuore dei tifosi – dopo il passaggio del turno contro Potenza e Reggina. E invece, nulla della prestazione della squadra ha ricalcato quel che i tifosi avrebbero voluto che la squadra mostrasse. Grinta dove mancava la tecnica. Coraggio dove mancava la tattica. Cuore dove mancava l’organizzazione. Voglia di vince anche rispetto a un’avversario più forte. Considerato che un tempo, di fronte a molti meno tifosi rossazzurri, lo stesso stadio aveva visto squadre ben più forti del Catania cadere: su tutte la Roma, il Napoli e perfino l’Inter del Triplete. Con le dovute proporzioni, battere il Trapani, con cuore, coraggio, grinta e vera voglia di vincere – grazie al pubblico – non sarebbe stato impossibile. Come dimostrano i 15′ in cui il Catania è riuscito a far quello di cui non è stato capace per tutta la partita.

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