Noi con la Voce: «A Cava sarà partita nervosa. Per vincere ci sarà da lottare»

Alessia Lo Monaco

Il Catania con Francesco Baldini alla guida ritorna al successo in casa, contro l’Avellino, che riporta un po’ di serenità tra i rossazzurri. Un successo che è merito soprattutto della squadra, che con il nuovo tecnico sembra aver trovato nuovi stimoli e motivazioni in vista degli ultimi impegni della stagione prima di affrontare i play off.

La pensa così Lillo Lucà, il protagonista di questa settimana della nostra rubrica “Noi con la Voce”.

Lillo, il Catania con Baldini alla guida ritorna alla vittoria, lasciandosi alle spalle il momento negativo. Un tuo pensiero su quanto si è visto al Massimino?

«Credo che dopo la partita persa malamente a Terni si sia rotto qualcosa nei rapporti tra la squadra e l’ex tecnico Giuseppe Raffaele. In questi casi, purtroppo, paga sempre il tecnico».

Che impressione ti ha fatto il nuovo tecnico?

«Dico che una rondine non fa primavera. Su mister Baldini esprimerò un giudizio solo dopo 3-4 partite. È troppo presto per poter giudicare il suo operato».

Credi che il 4-3-3 si addica di più al Catania?

«Per come intendo io il calcio è un modulo adatto per squadre che vogliono giocare di rimessa o in contropiede. Analizzando nella fattispecie la situazione del Catania, il mio pensiero è questo: giocando a quattro dietro siamo ben messi con gli esterni, ma pecchiamo in velocità e mobilità nei nostri centrali, che, Silvestri a parte, sono lenti. A centrocampo mancano le mezzali in grado di fare le due fasi e un regista capace di dettare i ritmi della manovra. Maldonado resta un’incognita. Saprà prendere per mano e trascinare la squadra? Nel 4-3-3, inoltre, avremo dei problemi in avanti, perché questo modulo richiede due esterni d’attacco che sappiano saltare l’uomo. Solo Piccolo e in parte Russotto hanno questa qualità. Un po’ poco».

Il prossimo avversario sarà la Cavese. Per i rossazzurri sarà importante trovare continuità di risultati. Che partita sarà secondo te?

«La Cavese non giocherà a viso aperto come ha fatto l’Avellino, ma resterà guardinga, provando a colpire di rimessa. Sarà una partita nervosa e ci sarà da lottare. Il Catania se vuole vincere dovrà fare la partita, ma quest’anno i rossazzurri hanno sempre faticato quando sono stati chiamati a condurre il gioco».

In ultimo questa settimana purtroppo abbiamo appreso la notizia della scomparsa di Stefania Sberna, l’indimenticabile speaker del Catania. C’è un ricordo in particolare che vuoi raccontare?

«Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Stefania, ma cercherò brevemente di spiegare cosa rappresentava per me. Era l’ultimo anello che legava questo Catania ad uno dei Catania più vincenti. Mi riferisco al periodo che va dal settembre del ‘93 fino a maggio del 2006. In 13 anni  i rossazzurri hanno centrato cinque promozioni, non guardando in faccia nessuno e giocando col petto in fuori. Ho vissuto 13 anni in nord Italia e mi sono perso gli anni migliori – quelli della A – ma quando riuscivo a vedere dal vivo le partite del Catania, insieme ad altri colleghi non siciliani, ad ogni gol dei nostri rimanevano sorpresi dalla voce prorompente della nostra Stefania. Per me, catanese trapiantato al nord, era motivo di orgoglio».

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