Noi, la Lazio, Lotito. E quando, all’Olimpico, imparammo cos’è l’ingiustizia

Claudio Spagnolo

Dopo il rigore, un autogol

Non potevamo perdere. Intanto, eravamo più forti. E poi sugli avversari pesava l’obbrobrio imprescrittibile della loro slealtà sportiva. Nel secondo tempo, però, la Lazio passò di nuovo in vantaggio grazie a uno sciagurato autogol di Mastropasqua, che fece rotolare alle spalle di Sorrentino un tiro da fuori, certamente non irresistibile, di Podavini. Eravamo di nuovo sotto, e di nuovo non lo meritavamo. Ne eravamo arrabbiati, amareggiati, delusi. Eppure, fino a quel momento, non avevamo ancora capito cosa fosse l’ingiustizia.