Pulvirenti, le opinioni di chi lo contesta: «Non sarà mai più il mio presidente»

Alcune immagini di graffiti apparsi in città contro Pulvirenti
Redazione

Finita la conferenza stampa di Antonino Pulvirenti, la tifoseria del Calcio Catania appare divisa riguardo al giudizio e alla fiducia verso il patron rossazzurro. Una conferma rispetto a quanto già parso evidente lungo i circa tre anni di silenzio del patron – successivi allo scandalo Treni del gol – e ancor di più nelle ore comprese tra l’annuncio dell’appuntamento e il suo via. MondoCatania prova a raccontare la spaccatura, tra le diverse anime della tifoseria, riportando i commenti di chi si schiera a favore e chi contro la permanenza dell’imprenditore belpassese all’interno del club. Ma c’è pure chi attende i risultati per decidersi.

Già all’annuncio ufficiale del ritorno alla parola di Pulvirenti, i commenti dei tifosi sono fioccati dimostrando una contrapposizione tra chi, a priori, era già favorevole a rinnovare la fiducia verso il patron e chi invece no. Posizioni che sono state espresse con maggiore risolutezza al termine dell’appuntamento mediatico. Queste le ragioni e i commenti raccolti da MondoCatania, sulla propria pagina Facebook, dei tifosi schierati contro il patron.

C’è chi commenta la notizia mettendo il link a una canzone di Masini, dal titolo immaginabile. C’è chi, usa solo una frase:«Scappitinnii vedi tu con quale treno» (Giuseppe Lo Presti). C’è chi articola con più particolari la sua opinione. «Non condanno l’uomo, l’imprenditore – spiega Ezio Samperi – perché non è compito mio entrare nel merito. Ma come Presidente ha avuto il coraggio di rovinare un sogno. Io non potrò mai dimenticarlo». O come Benedetto Vasta che, in maniera più colorita, afferma:«Non cambierò mai la mia opinione ha infangato la città e il calcio catanese». Posizioni di contrapposizione a priori che sono

I gruppi organizzati della curva Nord si sono schierati in contestazione con l’operato di Pulvirenti sin da quando, ancora presidente, supportò e difese l’operato di Pablo Cosentino. Posizione divenuta di opposizione radicale e immutabile all’indomani dello scoppio dello scandalo Treni del gol. La linea di pensiero degli ultra della curva Nord, da qualche anno, trova diffusione attraverso la pagina Facebook La domenica allo stadio. La stessa che ha coniato lo slogan “Mai con Pulvirenti” (che tutt’ora campeggia come foto anteprima della pagina) e che sin dalle ore precedenti alla conferenza del patron ha dato spazio al pensiero di Luigi Pulvirenti. Scritto e giornalista che è co autore del libro “Quando saremo tutti nella Nord” nonché ex amministratore della pagina stessa.

«Pulvirenti cerca la riabilitazione unicamente per se stesso. Perché il Catania è stato innanzitutto una straordinaria assicurazione sulla sua vita di imprenditore, e continuerà ad essere il veicolo per garantirsi una posizione in questa città, dove altrimenti sarebbe stato uno qualunque. Non dico che non ci sia stata pure passione, ma non è mai stata la cosa più importante :altrimenti non ci sarebbe stata la discesa negli inferi,dalla estate 2013 a poche settimane fa. E questa città gliela concederà la riabilitazione. Perché basta che u Catania Vinci,a nnuatri chi n’anteressa ,vero? Perché i maccheroni riempiono la pancia, sempre. E cosa importa della pignata che li cucina ?Domani (oggi, ndr) dirà qualcosa di simile ad un copione. Già scritto, potremmo anche sapere quali ne saranno i temi principali. Ma, in fondo, cosa importa se chiederà scusa o meno? Non sono mai stato legato all’idea che dovesse scusarsi, perché le scuse non cambieranno la sostanza: la sua stagione è finita nel momento in cui ha scaricato sulla tifoseria il peso di irresponsabilità soltanto sue. Come se fossero state l’inevitabile conseguenza di una coercizione ambientale alla quale non poteva resistere. Perché questa è la città e la tifoseria del due febbraio,Voi capite. Una meschinità peggiore della scelta di Cosentino. Non so cosa dirà…E forse non mi interessa. Quello che so è che sarà pure il proprietario del Catania per i prossimi trenta anni:è un suo diritto,e non glielo contesterò. Ma non sarà mai più il mio Presidente. Perché prima ancora che per un senso di rispetto nei confronti della sciarpa che indosso da trenta anni, lo devo a chi crede che abbia ancora un senso distinguere tra le persone in base ai loro comportamenti. Alle loro azioni ed omissioni. In conclusione, un abbraccio a tutti i miei amici che lavorano per la Wind Jet. In una città senza memoria, almeno non scordiamoci di loro»