Il ricordo di Carmelo e Fabio. Quel coro nel silenzio: «Dai Catania vinci per loro»

Fonte: Igor Pagano - Facebook
Redazione

Catanzaro-Catania stagione 2005/2006, neutro di Lecce

È il 21 maggio. Ricorre l’undicesimo anniversario di una tragedia. Sulla strada che porta a Lecce, dove il Catania gioca contro il Catanzaro una partita che avrebbe potuto significare promozione diretta in serie A, trovano la morte due tifosi rossazzurri: Carmelo Ligreci, 37 anni, e Fabio Seminara, 30 anni. Ancora oggi, nel luogo in cui è avvenuto l’incidente stradale,vicino Sibari (Calabria), tifosi di tutte le fedi calcistiche si fermano a deporre una sciarpa, un messaggio, un ricordo. Per quelli rossazzurri è da allora una tappa obbligata.

Idealmente, anche MondoCatania si ferma a ricordare quanto accaduto in quel tragico giorno, che non avrebbe mai e poi mai potuto essere di festa. E di festa, infatti, non è stato.

Un successo, in caso di risultato sfavorevole al Torino, avrebbe potuto significare promozione in serie A. Proprio per questo furono tanti i catanesi a mettersi in strada alla volta di Lecce. E proprio per quanti ne erano attesi – stando alla versione ufficiale – la sfida contro il Catanzaro si giocò al Via del Mare e non nella più naturale sede del Ceravolo. C’è un ricordo nitido (vedi foto), ancora presente per chiunque abbia vissuto quella trasferta: La strada interminabile, percorsa lungo una notte davvero buia, tra autostrade che diventano stradine quando si prende lo svincolo per dirigersi verso la Puglia. Diecimila in viaggio verso Lecce, poi un incidente: quel che resta di una macchina, finita contro un albero; quel che resta di due vite, finite nel giorno che avrebbe potuto regalare un sogno.  Chi non vede l’incidente, viene raggiunto comunque dalla notizia alle luci dell’alba. Entrati allo stadio, tutti sanno cos’è successo.

I tifosi arrivati in tribuna s’interrogano, si è tutti scossi. Spontaneamente viene deciso di fare silenzio all’inizio della partita, e ricordar per tutto il resto del tempo i propri fratelli scomparsi.  Non importava fosse la partita più importante degli ultimi 21 anni.

La squadra mette il lutto al braccio, depone un mazzo di fiori sotto la tribuna. Anche se la Lega Calcio non autorizza neanche il minuto di silenzio, per un minuto, dopo il fischio dell’arbitro, i calciatori restano fermi e si passano il pallone nel silenzio più assoluto. Poi si comincia davvero. «Dai Catania, vinci per loro», è il coro che levano alto i 10mila catanesi presenti. I tifosi avversari, arrivati in ritardo, nonostante la rivalità coi rossazzurri e la contrarietà al cambio di sede per la sfida, espongono uno striscione di cordoglio, poi vanno via. Il Catania vinse 3-1, ma non  fu promosso. L’appuntamento fu rimandato di una giornata, l’ultima, quella giocata in casa contro l’Albinoleffe. A Lecce. in quel momento, non sarebbe comunque mai potuta essere festa.