Speciale: «Catania, difficile avere giustizia dal CONI», parla l’avvocato

Giuseppe Rapisarda

Scenari futuri

Per la sua condotta Il Coni è apparso un organo di gestione politica e non giuridica della vicenda. Suonano patetiche e tragicamente esilaranti le dichiarazioni social di Frattini sulla garanzia di decisioni in “giustizia”. Un’ovvietà che i latini commenterebbero con “Excusatio non petita, accusatio manifesta”. O bisogna pensare che non è ovvio che qualsiasi decisione del CONI venga presa secondo giustizia? Chi si illude che prevalga la ragionevolezza del diritto può farlo. Figc e Coni hanno mostrato la stessa natura di enti gestiti in modo verticistico e personalistico del 1993 e 2003. E hanno preso decisioni che non solo paiono antigiuridiche ma anche figlie di precisi intenti politici del momento che nulla hanno a che vedere col rispetto delle regole vigenti. Realisticamente oggi, a meno di improvvisi ribaltamenti della situazione descritta, o a meno di salutari rimozioni di persone inadeguate al ruolo ai vertici Figc e Coni, realisticamente il Catania può coltivare azioni risarcitorie e penali nei confronti dei soggetti che hanno dato vita e causa ad uno dei tanti momenti penosi della giurisdizione arbitraria e da cartone animato del calcio italiano.