Scontri e ricorsi su ripescaggi. «Tentativi inutili, presto ufficiale Catania in B»

Giuseppe Rapisarda

L’avvocato Giuseppe Rapisarda, da sempre vicino all’attualità del Calcio Catania, chiarisce la situazione attorno al ripescaggio del Catania, a seguito della presa di posizione della LegaB sul format a 20 squadre e dei ricorsi di Figc e Ternana sul comma D.

Compilazione dei calendari di B e C rinviata. Scontro istituzionale a suon di comunicati stampa tra Figc e Leghe. Ridicolo braccio di ferro sul numero dei club da ripescare in serie B, come se le Leghe potessero decidere autonomamente di mettere da canto i regolamenti federali e far di testa propria. Come fosse un torneo di calcio estivo sulla spiaggia, dove il caldo picchia forte in testa. La posizione del Catania e dei suoi tifosi, in tutto questo caos che pare messo su ad arte da chi ne ha interesse, è conveniente che sia la fiducia e la pazienza. Il ripescaggio in B, anche se non ancora formalizzato, è sostenuto da quattro colonne solidissime.

Le prime due sono le sentenze di TFN a CAF. Due chiari pronunciamenti redatti da due dei magistrati più preparati nel settore del diritto amministrativo, prestati alla occorrenza al diritto sportivo. Il famigerato comma D dei criteri di ripescaggio, lo stesso che inibiva al Novara (ed al Catania) di entrare nella griglia delle società ripescande, è stato ben due volte, in primo e secondo grado, considerato illegittimo. Sono tribunali della federazione ad avere emesso le due sentenze. Sono magistrati della federazione quelli che le hanno firmate, sebbene vada ribadito siano giudici togati in carriera, il primo del Tar del Lazio, il secondo presidente della sesta sezione del consiglio di stato. C’è chi come Ternana e Figc non si arrende al diritto e alla logica, ma la sostanza dei pronunciamenti resta intoccabile. E sotto questa luce la questione arriverà al Collegio di garanzia del Coni. Terzo grado di giudizio che per statuto non può entrare nel merito della questione (se sia giusto o meno eliminare il comma D, ndr) ma può solo esprimersi sul rispetto delle procedure di rito (formalità e competenze di natura burocratica, ndr).

Il terzo pilastro è il tempo. Ce n’è pochissimo, a disposizione di Ternana e Figc, per ottenere i pronunciamenti di Coni e Tar. Lo ammettono gli stessi avvocati della Ternana. Ma più di questo, l’altro pilastro forte sul quale possono poggiare le speranze e la serenità di Catania e tifosi è il regolamento. Quello che ai sensi dello art 50 dell’ordinamento federale stabilisce che non sia possibile ridurre il format della serie B, almeno non oggi per domani. E che pertanto la presa di posizione della Lega B circa la riduzione da 22 a 20 squadre delle partecipanti al prossimo campionato, sia una richiesta irrealizzabile almeno quanto appaia strumentalizzata per ottenere altri scopi. Tra i tifosi del Catania, la voce grossa fatta dalle formichine della Lega B ha però smosso alcune paure. Tutte legate al caso Vibonese dello scorso anno. Ma si tratta di una situazione giuridicamente diversa. Allora ci fu il rifiuto di portare a venti squadre il format della C (era pur sempre una modifica), mentre qui in B modifiche non se ne chiedono. Ventidue erano. Ventidue, le partecipanti al campionato, rimangono.

Il Diritto è una cosa seria. Novara e Catania saranno presto ufficialmente in B. Solo questione di qualche altro giorno, che bisognerà trascorrere purtroppo in attesa, obbligati ad assistere a tentativi inutili e goffi di cambiare le carte in tavola. Alla fine di questa ennesima calda estate “del pallone”, appare del tutto evidente, al di là dei suoi esiti, come l’organizzazione del sistema calcio in Italia sia totalmente da rifondare. A partire dagli uomini che ne rappresentino i vertici, e che hanno dato l’ennesima riprova della loro inadeguatezza al ruolo.