A Siracusa è festa a piedi del settore ospiti vuoto, come Mascara al Barbera

Fonte: MondoCatania.com
Redazione

Tutti a festeggiare sotto il settore ospiti, vuoto a causa del divieto di trasferta imposto ai tifosi rossazzurri. L’esultanza dei calciatori del Catania, alla fine della gara vinta contro il Siracusa al De Simone, ricorda un precedente rimasto nell’album dei ricordi più belli della storia. Lo stesso fece Mascara, dopo aver segnato da centrocampo il gol del 3-0 contro il Palermo, al Barbera, nel derby dell’1 marzo 2009 che terminò 0-4. Ieri notte una decina di tifosi ha atteso (vanamente), a Torre del Grifo, il ritorno in sede della squadra.

Era il 44esimo del primo tempo. Il Catania di Walter Zenga era sopra di due gol sul Palermo di Ballardini. I rosanero erano già stati colpiti da Ledesma e Morimoto, mentre Bizzarri compiva miracoli a ripetizione. È in quel preciso momento che s’accende il genio folle di Mascara. Il numero 7 rossazzurro calcia da quasi metà campo, cercando la porta di Amelia. Il portiere dei rosanero è fuori dai pali e neanche s’accorge di quel che sta accadendo finché non realizza che il pallone è sopra la sua testa, e lo sta scavalcando. Compie due passi indietro, che altro non fanno se non aumentare la spettacolarità di un gol che avrebbe fatto il giro del mondo. Meno noto, però, quanto succede dietro le immagini del replay, che scorrono ossessivamente sui teleschermi.

Mascara, da centrocampo, copre tutta la distanza prima percorsa da quel pallone finito in porta, e va ad esultare ai piedi dello spicchio di stadio che risalta su tutti gli altri perché rimasto vuoto. Quello riservato ai tifosi del Catani, ai quali era stata negata la trasferta. Il riferimento dell’attaccante pare ancor più chiaro quando indica a braccia alzate i seggiolini dove avrebbe voluto trovare i suoi tifosi. Un gesto al quale chiama tutta la squadra, che lo rincorre per festeggiare la spettacolare rete del 3-0, riuscita persino a strappare applausi al pubblico rosanero che in larga parte resta ammutolito. Biagianti e Capuano sono i primi ad arrivare, seguiti poi dal resto del gruppo. Con le dovute proporzioni e differenze è un po’ quanto successo sabato, in una partita che pur derby non è per il Catania.

Contro il Siracusa, però, così come contro il Palermo, il Catania è venuto fuori vittorioso da una gara e da uno stadio che lo vedeva solo contro tutto e tutti. Al Barbera, la rete del 3-0 sancì la virtuale vittoria dei rossazzurri, e fu festeggiata come tale. Al De Simone, una volta che Lodi ha fallito il rigore del 2-0, è stato necessario attendere fino all’ultimo degli otto minuti di recupero per alzare le braccia in segno di vittoria. Alla fine della partita, però, il gesto dei rossazzurri è stato ancor più corale e plateale. Tutta la squadra, panchina compresa, è andata a cantare e ballare ai piedi del settore ospiti, come accaduto a Brindisi e a Cosenza. Purtroppo, a Siracusa, le autorità hanno ritenuto più sicuro impedire ai sostenitori del Catania di seguire la squadra. E il settore ospiti è rimasto tristemente vuoto.

Quanto accaduto durante la partita, tuttavia, conferma che il problema dell’ordine pubblico, al De Simone, dipende principalmente dalla condotta – finora rimasta impunita – del pubblico di casa. Che, per altro, ha criticato, fischiato e bollato come irrispettosa e provocatoria la scelta dei rossazzurri di esultare verso il settore ospiti. La stessa che a Palermo, invece, è stata vista e vissuta come un gesto tutt’altro che istigatore. Ma pure questo fa la differenza tra ciò che è un derby e ciò che non potrà mai esserlo, almeno per il pubblico catanese. Resta comunque, a prescindere dalla caratura della partita e dell’avversario, la soddisfazione per una vittoria ottenuta in condizioni ambientali più che bellicose, che hanno permesso al Catania di far apprezzare il proprio carattere.

Non a caso, ieri notte la squadra è stata attesa a Torre del Grifo fino alle 02.30. Le dritte ricevute attraverso i social, circa l’orario d’arrivo del pullman dei rossazzurri, di ritorno da Siracusa, tuttavia, non si sono rivelate esatte. Una decina di tifosi, dopo circa un’ora d’attesa e qualche coro urlato nel silenzio, anche come rimedio al freddo di Mascalucia, ha desistito di fronte ai cancelli rimasti chiusi. Ben diversa era stata l’accoglienza in patria al ritorno da Palermo, quando il pullman fu salutato dai tifosi alla stazione di rifornimento di Gelso Bianco. Ci sarà occasione di applaudire questa squadra a breve. Il prossimo turno propone un altro non-derby, quello con la Sicula Leonzio, al Massimino. E non è esagerato prevedere un pubblico più che mai numeroso.