Sottil: «Rinunciato alla B solo per il Catania. Voglio squadra vincente»

Fonte: Calciocatania.it
Redazione

Gli estratti della conferenza stampa di presentazione del tecnico del Catania, Andrea Sottil, che col club rossazzurro ha firmato un triennale. Il nuovo allenatore, ex Livorno e Siracusa, non parla di moduli ma traccia il profilo di quella che dovrà essere la sua squadra lasciando intendere che dovranno essere compiuti diversi accorgimenti di calciomercato. L’obiettivo dichiarato è vincere il girone e ottenere la promozione in B.

«Ringrazio Lo Monaco e Argurio per avermi scelto per questa panchina e per la conduzione tecnica del Catania. Catania per me significa tanto, ci ho giocato, vinto e sofferto tanto. Purtroppo il Catania è in Lega Pro ma di Lega Pro non ha niente. Essere allenatore del Catania mi riempie di orgoglio e mi soddisfa a livello professionale e motivazionale. Per Catania ho lasciato la B, il richiamo del Catania è stato troppo forte. I tre anni di contratto hanno fatto la differenza, oltre alla stima per Lo Monaco e Argurio. Senza neanche pensarci poco o tanto abbiamo raggiunto l’accordo. Non vedo l’ora di cominciare questo percorso».

«Torre del Grifo l’ho vissuto poco. Quando c’ero io non c’era ancora. I personaggi che ci sono li conosco tutti. Sono riaffiorati tanti ricordi. Abbiamo vinto un campionato storico a Catania, abbiamo conquistato salvezze incredibili e sofferte. Rivedere tutti ha suscitato emozioni forti.È una categoria difficile ma la conosco bene. Per me è il nono anno. Avremo una squadra competitiva. Sono contento ed emozionato. Per me Catania rappresenta molto. A questo punto del mio percorso è il massimo. Darò il massimo e ancora di più sotto ogni aspetto per portare questa società dove merita. Dobbiamo essere la squadra protagonista, che tutti vogliono battere ma che sarà difficile battere. voglio una squadra intensa, aggressiva, che abbia identità vincente. Le idee ce le ho chiare e sono condivise con la dirigenza. Servono i profili giusti per Catania. Giocare qui è diverso rispetto agli altri posti. Servono qualità di personalità oltre che tecniche. Chi sceglieremo sarà chiamato a giocare per vincere. Sia in casa che fuori serve una squadra che giochi sempre per vincere».

«Solo per Catania avrei lasciato la B. L’ho inseguita per 8 anni. L’abbiamo vinta a Livorno. Venire a Catania è stata una scelta personale».

«A Pagani ho imparato tanto. Ci siamo arrangiati, perché il club aveva difficoltà. Un allenatore deve affrontare la realtà dei fatti e provare a conseguire gli obiettivi. Col Catania, la serie B per vincere è stata molto dispendiosa. Fu una cavalcata difficile e faticosa. Altrettanto lo è stata la prima salvezza. È stata come vincere uno scudetto».

«A Livorno c’era una situazione ibrida, confusa. Quindi al di là del sistema di gioco, che per quel che mi riguarda sono solo dei numeri, sono andato via da Livorno perché c’era una situazione confusa e il richiamo del Catania coi suoi tre anni di contratto è stato forte».

«Con Lucarelli ci siamo sentiti prima che il Catania affrontasse i playoff. Tifavo Catania, ho dato qualche contributo da collega e tifoso del Catania avendo giocato contro il Siena in campionato. In questi giorni non ci siamo sentiti. Sono stato molto dispiaciuto della sconfitta ai play off ma non faccio analisi della sconfitta. Con Lo Monaco e Argurio abbiamo le idee molto chiare di chi andare a prendere».

«Giocare con la maglia del Catania, al Massimino, per vincere e centrare la promozione, ha valenza importante. Ci sono calciatori bravi che soffrono nel giocare per vincere. È diverso dal giocare per tentare di vincere. Servono calciatori con carisma, personalità, che abbia una sana spregiudicatezza nell’entrare in campo. Chi stecca non lo fa perché non è bravo ma perché non regge la pressione. Il Massimino pieno è un valore aggiunto. Serve una squadra che trasporti i tifosi. Cerchiamo giocatori abituati a vincere. Qui non si viene a fare il compitino. Non basta impegnarsi».

«A me piace l’inventiva, a volte la tattica troppo esasperata offusca il bel gioco. Col materiale umano che abbiamo, e dalla base importante che abbiamo, col resto che andremo a prendere sono convinto che si potrà fare un grande lavoro».

«Lodi? È un calciatore di grande qualità. Non penso sia un giovanotto ma ha grandissime qualità Sa fare assist, sui calci piazzati è uno specialista. Chi affronterà il Catania, spesso si difende. Quindi sbloccare le partite sui piazzati è importanti. Serve la predisposizione del calciatore nel calarsi nel sistema di gioco. Penso possa fare al suo caso, sia come centrocampista che un po’ più avanti, come magari faceva in passato».

«Le avversarie? Il Catanzaro ha scelto un allenatore esperto. Bisogna vedere le vicissitudini del Trapani, che ancora è incerto. La Casertana può fare una squadra che vuole migliorare quanto fatto la scorsa stagione. Poi possono essere delle sorprese, come il Siracusa o il Monopoli, che stanno lavorando bene e che rinforzando l’ossatura possono essere insidiose».

«A Catania servono giocatori che si caricano coi mugugni del pubblico. Conosco bene il Massimino. Mi è capitato anche a Livorno. Quando la partita si mette in salita, gli avversari si chiudono e ripartono, allora bisogna avere dei calciatori che sanno interpretare quel tipo di gara. E a volte il pubblico di casa può fare l’effetto contrario rispetto a quello immaginato».

«Biagianti e Marchese sono compagni e amici. Chiaro che il rapporto è diverso, io sono allenatore e loro sono giocatori. Di fronte all’intelligenza della persona non ci sono problemi nel rispettare il proprio ruolo».