SPECIALE- Lo Monaco e l’uragano Cosentino: cifre dissesto e mosse rilancio

Marco Di Mauro

Entro marzo la definizione del piano di ristrutturazione del debito. Così che, a giugno, il Calcio Catania torni a essere una società pulita, senza più l’assillo dei creditori. Secondo Pietro Lo Monaco c’è questo nel futuro del club etneo. Nei programmi dell’amministratore delegato dovrebbe quindi concludersi in meno di un anno la seconda e ultima fase del risanamento economico, iniziato la stagione passata. Un percorso resosi necessario a seguito del dissesto causato negli anni in cui la gestione della società era stata affidata all’ex procuratore Pablo Cosentino.

Quattro anni fa il Catania era, in serie A, uno dei pochi club ad avere il bilancio in attivo. Nei successivi due anni diventa un club di Lega Pro con un monte debitorio tale da mettere in forse, nelle ultime due stagioni consecutive (e col rischio che potrebbe riguardare anche la prossima), persino l’iscrizione al campionato. «Sul Catania si è abbattuto l’Uragano Cosentino», ha sostenuto più volte Pietro Lo Monaco da quando, tornato addì, è alle prese con l’opera di risanamento economico del club che gli sarebbe stata affidata direttamente dalla proprietà, in mano ad Antonino Pulvirenti. Il compito originario era colmare una perdita da circa 15 milioni di euro che, stando all’ultimo bilancio disponibile (2015), pare sia stata generata nel biennio (2013-15) in cui al comando, Pulvirenti aveva messo l’ex procuratore argentino.

A incidere così a fondo e in negativo sugli equilibri economici del club sarebbero stati, più che altro, gli investimenti fatti sul calciomercato. Una beffa, considerato che in passato, proprio grazie alle plusvalenze create nella compravendita dei calciatori, il Catania era riuscito a costruirsi la solidità patrimoniale sufficiente a renderlo un modello internazionale. E allo stesso tempo aveva messo da parte il tesoretto necessario a supportare la costruzione del centro sportivo (ancora oggi celebrato tra i migliori in Europa). Sul calciomercato, con Cosentino, il club ha investito più di quanto fatto in passato. Soldi che invece di fruttare, come in passato, col senno di poi si nota siano andati quasi tutti bruciati.

Operazioni eccessive rispetto alle abitudini del Catania ma parse tuttavia proporzionate alle accresciute ambizioni fissate dalla proprietà. Ambizioni ben superiori al costante e progressivo miglioramento che nel campionato 2012/13 aveva portato la squadra, sotto la dirigenza Gasparin, a sfiorare l’Europa. Messo al comando Cosentino, arrivano – nella stessa stagione – calciatori come Monzon, acquistato a 3.3 milioni di euro; Rinaudo poi acquistato a 2.4 milioni di euro; Peruzzi a 3.2 milioni di euro, Escalante e Piermarteri a 900mila euro ciascuno; Freire a 525mila euro; Tachtsidis preso a 3 milioni, Lodi ripreso per 6 milioni (valori indicati come costo storico nel bilancio 2015).

Una situazione, alle voci al passivo, aggravata irrimediabilmente dagli effetti della retrocessione in B, uniti agli sforzi per un immediato ritorno in serie A. Il paracadute da 12,5 milioni di euro sparisce già solo se raffrontato ai costi degli ingaggi (circa 14 milioni di euro, nell’anno della serie B) da sostenere per mantenere in organico i calciatori più importanti. A questi si aggiungono gli esborsi per gli acquisti di Martinho preso a 1.8 milioni di euro circa, Chrapek a 1.2 milioni, Maniero a mezzo milione. I nove milioni di euro circa di plusvalenze per cessioni di calciatori, pesano sull’attivo di quella stagione ma rappresentano anche una cifra di molto inferiore a quella che il club avrebbe potuto ottenere in caso di permanenza in serie A.

Il fallimento sportivo, determinato da due stagioni preparate per essere vissute al vertice ma terminate con altrettante retrocessioni, porta così il Calcio Catania vicino al fallimento vero e proprio. Quello economico. Un rischio paventato con largo anticipo da alcuni esperti di calcio&finanza, che però ai tempi sono stati additati da alcuni come uccelli del malaugurio. Un rischio poi, confermato più volte anche dalle parole dello stesso addì del Catania: «Otto mesi fa questa era praticamente una società fallita». Situazione critica, probabilmente dovuta al fatto che al club sono venuti a mancare contemporaneamente il sostegno economico della proprietà – coinvolta nelle vicissitudini giudiziarie sia per il processo Treni del gol che per la bancarotta Wind Jet -; i ricavi attesi col raggiungimento degli obiettivi fissati (vedi i diritti televisivi, scesi dai 28 milioni della serie A ai 583mila euro della B); la possibilità di valorizzare sul calciomercato i calciatori in rosa.

Alcuni giocatori vengono infatti svenduti o addirittura regalati – dopo la discesa in Lega Pro – per l’impossibilità di sostenere il costo dei loro stipendi. Il riferimento è alle operazioni gestite dopo le dimissioni di Cosentino, arrivate col lo scoppio del caso Treni del gol. Vengono dati via, a poco più di nulla, anche calciatori il cui trasferimento non era ancora stato pagato del tutto. Monzon viene ceduto gratuitamente. Stessa sorte per Rinaudo (per il quale il Catania ha in essere un contenzioso da 1.4 mln con lo Sporting Lisbona), Gillet, Chrapek, e per i meno costosi Sciaudone, Schiavi, Del Prete e Belmonte. Uguali effetti sul bilancio, naturalmente negativi, hanno le risoluzioni dei contratti di Lodi, Ceccarelli, Freire, Martinho. Via per 50mila euro ManieroRosina, in base agli accordi presi col club, la scorsa estate ha fatto ricorso al Collegio arbitrale che gli ha riconosciuto il diritto a riceve dal Catania una buonuscita di circa 200mila euro.

Tra questi dati, riportati senza tenere in conto i proventi da prestiti temporanei, un altro esempio che spiega le ragioni del dissesto è il costo dell’attaccante Sebastian Leto. Si tratta del primo acquisto orchestrato da Cosentino (che allora ne era il procuratore, ndr) seppur sotto la dirigenza Gasparin. A fronte di 1,25 milioni di spesa per il trasferimento (tutti riconosciuti come commissioni, essendo stato acquistato a parametro zero), il giocatore va via senza… [continua a leggere]