Storie di Tar e ingiustizie: «Se il ladro fugge, lascialo andare»

Marco Di Mauro

Il Tar e le scarse attese

Bisogna essere sinceri. Dal ricorso al TAR del Lazio, anche se spinto dalla riforma voluta dal Governo, quasi nessuno (a parte gli avvocati del Catania, com’era giusto che fosse) s’aspettava chissà quale sentenza rivoluzionaria. Una volta eletto il nome della giudice chiamata a decidere sulla vicenda, probabilmente guidati da uno sciocco pregiudizio, l’esito della sentenza era sembrato a molti tifosi ancor meno in discussione.  A pensar male si fa peccato, si sa. Molte volte però, casualmente, ci si azzecca. Ed è questo il caso. La giudice Panzironi (che è, e resta, cugina della capo ufficio legale del Coni servizi, presieduto da Fabbricini, ndr) ha rigettato il ricorso del Catania adducendo motivazioni apparse quantomeno singolari. Sia dal punto di vista della procedura che nel merito.