Treni, crac WindJet e debiti: «Pulvirenti non finirà mai in carcere»

Fabio Di Stefano

Il processo da 238 milioni di euro

Per il processo Wind Jet si parla di debiti per 238 milioni di euro circa. Cosa accadrebbe in caso di esito negativo per il suo assistito?

«Io ritengo che non ci siano le condizioni affinché il processo vada male, e, comunque, in nessun caso ci sarebbero risvolti drammatici. Il debito riguardava il concordato, che si è chiuso positivamente. È stato pagato il 5% dei debiti chirografari – “il termine in questione si utilizza nel diritto delle obbligazioni per indicare un credito che sorge da un documento sottoscritto direttamente dal debitore”, nda – e i creditori privilegiati sono stati pagati, credo interamente. È stato un impegno straordinario per cui, anche in caso di esito negativo del processo, che io non tengo in considerazione, i giudici dovranno tenerne conto. L’evento civilistico non tocca il procedimento penale e sotto questo punto di vista non può accadere nulla. I lavoratori che si sono costituiti come parte civile hanno subito un danno relativamente modesto. Dal punto di vista penale bisogna invece tenere conto della richiesta di risarcimento danni da parte di alcuni soggetti. Su questo si esprimeranno i giudici nell’eventualità di una condanna».

Come si è arrivati a un debito di questa portata?

«Il disavanzo si è creato perché con il concordato preventivo e la cessazione delle attività da parte di Wind Jet, alcune voci dell’attivo a bilancio, legate per esempio all’avviamento, scompaiono. Questo crea un disavanzo, ma nessuno si è preso questi soldi».

Il futuro di Finaria quanto dipende dall’esito del processo Wind Jet?

«Sono due cose indipendenti. Finaria ha adempiuto alle obbligazioni dettate dal concordato e da questo punto di vista non avrà problemi».