Dedica cura (almeno) alla fine come hai fatto (o sperato di fare) all’inizio…

Diego Vitale

“Dedica cura alla fine come hai fatto all’inizio, e non andrai incontro a fallimenti” è uno dei tanti motti famosi di Lao Tzu, figura leggendaria della filosofia cinese. Sebbene, ovviamente, fu scritto per altri motivi, questo detto può benissimo adattarsi alla situazione del Catania. Qui, infatti, c’è da salvare una stagione, la faccia, un po’ tutto. Al fine di evitare fallimenti di ogni genere.

E’ innegabile che chiunque si era illuso vedendo i nomi a disposizione dell’allora tecnico Pellegrino ad inizio stagione. La “cura”, in tutte le sfaccettature che volete intendere, era stata data. Essa poi non si rivelò efficace ed efficiente, e così a gennaio sotto con una nuova “cura”, chiamata rivoluzione.

Da subito i risultati sono arrivati: 4 gol alla Pro Vercelli, 2 all’ottimo Perugia. Stampa entusiasta, giocatori che twittano e ritwittano la gloria, voglia di fare bene che sprizzava fuori da tutti i pori. Sembrava l’inizio della rimonta, la cura giusta. Poi non andò così, e qualcosa di magico e misterioso ha rifatto sprofondare la squadra nella depressione, seppur con uomini diversi.

Eppure, a detta delle poche parole “estorte” alla società, la squadra è (o dovrebbe essere) da serie A facile. E allora cosa succede? Come mai il Catania si ritrova terzultimo a dieci giornate dalla fine, con una situazione pesante anche dal punto di vista ambientale? Qualcuno, anche un lontano giorno, ci dovrà spiegare questa pazza stagione. Sperando almeno si concluda con una consolante salvezza.

Dobbiamo quindi riformulare il detto di Lao Tzu: “Dedica cura almeno alla fine come hai sperato di fare all’inizio, e non andrai incontro al fallimento”. Sperando che almeno alla fine uno scatto d’orgoglio, una scintilla, una passione remota, esca fuori. Gli ottimisti ci credono sempre, ma potrebbero anche smettere davanti alle troppe evidenze.