Il Sabato del Tifoso: “Orgoglio e passione ma nel finale arriva la delusione”

Marco Zappalà

È stato il penultimo appuntamento allo stadio Massimino di una stagione decisamente al di sotto delle aspettative che il popolo etneo riponeva ad inizio campionato. Nonostante questo, sotto un sole cocente, i tifosi non perdono occasione per sostenere la squadra riempiendo gli spalti. Non vi è il pubblico delle grandi occasioni, ma in virtù della classifica e delle scarse motivazioni, probabilmente da altre parti avremmo assistito ad una partita dagli spalti semivuoti.

A Catania invece, sono oltre tredicimila gli spettatori presenti. In curva nord, seimila bandierine a colorare magicamente l’intero settore di rosso ed azzurro per un effetto scenografico notevole, frutto di una passione straripante che a tratti ha fatto tremare l’intero stadio. Coreografia organizzata settimana scorsa per la sfida interna contro la Ternana e successivamente prorogata a causa della scomparsa della piccola Smeralda.

In quell’occasione, i gruppi organizzati della Nord avevano deciso di restare tra i gradoni solo per il minuto di silenzio, in segno di rispetto e cordoglio verso la famiglia Camiolo. Nonostante a nessuno era stato impedito di cantare, in curva Nord nessuno aveva cantato. Segnale tanto importante quanto inusuale. In un calcio sommerso dalle polemiche che non riesce a stare in silenzio per un minuto prima del fischio di inizio, si è riusciti a stare quasi in assoluto silenzio per 90 minuti.

Stavolta invece torna la voce, la curva tuona ogni qualvolta capisce che la squadra ne sente il bisogno. Cantano e si fanno sentire anche i ragazzi che occupano il settore centrale della curva Sud. Bordata di fischi dalla Nord all’ingresso nel settore ospiti per i pochi tifosi giunti da Livorno, accolti anche da diversi sfottò…Tanto per non dimenticare una storica rivalità che intercorre tra le due tifoserie.

Colori, passione e folklore nella fase iniziale della gara. Due striscioni esposti in ricordo di “Torrone”, noto tifoso etneo che perse la vita nel 2003. Un boato accompagna la rete di Sciaudone che porta in vantaggio il Catania. Il pubblico del Massimino apprezza la prima frazione di gioco e la squadra rientra negli spogliatoi tra gli applausi. Gli ultimi minuti di gara invece, sono conditi da una sofferenza continua. “Non mollare perché c’è la Nord che canta per te” intona il popolo etneo. Tuttavia, nel finale arriva la beffa che gela il Massimino in un misto tra delusione per il gol subito all’ultimo secondo e rabbia nei confronti dell’arbitro Mariani che concede un rigore generoso proprio allo scadere.

Il Catania in campo non vince, ma vincono i tifosi a “Schiena dritta e voce alta, per l’onore di Catania”, proprio come recita lo striscione esposto tra le vetrate che dividono il campo dalla curva Nord.