Rendimento: Centrocampo, è ancora un “work in progress” ?

Giovanni Famulari

Con il rientro di Almiron, è di fatto terminata l’emergenza centrocampo che ha martoriato il Catania sin dalle primissime gare di campionato e che ha visto ruotare vari interpreti anche fuori ruolo (vedi Capuano) in altrettanto varie disposizioni tattiche che Sannino è stato costretto a proporre di partita in partita. Attualmente è fuori il solo Martinho che dovrebbe comunque rientrare a Terni (dove mancherà lo squalificato Escalante), e quindi nelle ultime partite il tecnico ha scelto lo “schieramento tipo” che ritiene più funzionale alle caratteristiche dell’organico a disposizione.

E’ l’assetto definitivo?

La scelta è caduta sul 4-3-1-2 con Rosina finto trequartista, in quanto libero di svariare e di partire dalla zona destra del campo per poi accentrarsi. La logica impone quindi la presenza di un uomo davanti alla difesa con al fianco due mastini che sappiano comunque inserirsi in avanti ed avere una buona tecnica per impostare l’azione.Contro il Latina Almiron è stato impiegato da play basso davanti alla difesa (ruolo mai ricoperto qui a Catania), con Rinaudo sul fianco destro ed Escalante a sinistra. La prestazione dei tre non è stata complessivamente scintillante, è stata patita la superiorità numerica dei cinque interpreti laziali, nonostante la notevole generosità di Rosina, Leto e Calaiò sempre pronti a rinculare dietro in aiuto dei compagni.

Sia centralmente con Viviani, sia sulle fasce con Rossi e Valiani, il Latina riusciva a sfondare con discreta facilità, ed i centrocampisti rossazzurri apparivano sempre in ritardo sull’uomo ed incapaci di controbattere. Nello specifico il rendimento di Rinaudo ed Escalante è parso in leggero calo, special modo il Fito che ha sempre giostrato a protezione della difesa e fatica a trovare la posizione esatta risultando anche impreciso nei passaggi.Sulla carta potrebbero essere invertiti due dei tre interpreti, riportando Rinaudo nel ruolo di flangiflutti con Almiron ed Escalante ai lati; l’incognita riguarda le condizioni fisiche di Almiron che spostato lateralmente è sicuramente soggetto ad un lavoro di maggior quantità per tamponare anche le avanzate dei cursori ospiti, oltre a dover dare qualità come prima opzione di passaggio per Rinaudo.

E non dimentichiamoci di Martinho, il brasiliano è un titolarissimo e dovrà essere inserito in questo contesto tecnico che ha già comunque imparato a conoscere nel Verona 2012-2013. In quella stagione ha spesso agito come terzo centrocampista, anche se si trattava di un 4-3-3 puro con due ali larghe e spesso si sganciava in avanti scambiando la posizione con il compagno di reparto offensivo.

L’idea più logica sembra poter essere schierare il 4-3-1-2 con Rinaudo punto fermo dinanzi la difesa ed Almiron e Martinho ai suoi lati; ma siamo ancora nel campo delle ipotesi visto che i tre non hanno ancora mai giocato insieme (Terni in tal senso potrebbe essere la prima volta). DI conseguenza Sannino ha il compito di scogliere i punti interrogativi entro la fine dell’anno in modo da poter “suggerire” innesti mirati in mediana nel mercato di riparazione.

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